martedì, Aprile 23, 2024
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Storie di castelli e di un fantasma

Il conte Bonoris

Si sta rivelando ricco di spunti culturali, di stranezze e di curiosità anche divertenti il convegno dedicato al conte Gaetano Bonoris, che oggi vivrà la seconda e ultima giornata nella cornice del Teatro Sociale di Montichiari. E a proposito di cose strane, ieri i numerosi ospiti presenti hanno scoperto che anche il Castello Bonoris, come ogni fortezza che si rispetti, ha il suo fantasma. Recenti vittime dello spirito sarebbero stati il sindaco Gianantonio Rosa e il presidente della Provincia Alberto Cavalli durante una visita ai piani alti dell’edificio. «Eravamo lassù da soli io e il sindaco quando qualcuno ha chiuso la porta dietro di noi e siamo rimasti bloccati – ha spiegato Cavalli durante il saluto introduttivo al convegno -: dall’interno non si poteva riaprire, e nonostante le nostre grida nessuno ci ha risposto per un bel po’ di tempo. Nemmeno i cellulari funzionavano lassù, e quindi abbiamo dovuto attendere. Chissà, forse qualcuno voleva che noi finissimo i nostri giorni tra quelle mura, che hanno visto la morte in solitaria dello stesso conte Bonoris». Scherzi a parte (ma quel fantasma esiste o no?), non manca l’interesse per il seminario organizzato dall’amministrazione comunale, che cerca di dare una identità precisa a un personaggio senza dubbio molto ricco, che ricevette il titolo di conte da re Umberto I, che offrì parte delle sue ricchezze in beneficenza ma che molti, tra medici, giornalisti e servitori, giudicarono «avaro, degenerato psichico, paranoico» e infine «morto per misantropia». Un personaggio un po’ inquietante, che però a Montichiari ha lasciato in eredità il Teatro Sociale, alcune proprietà e la ricostruzione di un castello nel quale visse da solo negli ultimi anni di vita, e che divenne comunale (per sette miliardi di vecchie lire) dieci anni fa. A ricostruire la storia sia del Bonoris sia del suo Castello sono intervenuti ieri, oltre a Cavalli, a Rosa e all’assessore comunale della Cultura Elena Zanola, il presidente della Fondazione Ugo Da Como Angelo Rampinelli Rota, Roberto Chiarini dell’Università di Milano (che ha descritto l’area bresciana al tempo del conte), Roberto Navarrini dell’Università di Udine (con tracce storiche sulla figura del nobile), Antonio Rapaggi, che ha descritto con filmati la villa di Borgosotto, il teatro e la torre campanaria del Duomo, e poi Virgilio Tisi, Alessandra Bani, Giusi Villari, Genesio Beltrami e Maria Teresa Soncini. Oggi si ripartirà alle 9 e si proseguirà per tutto il giorno con altri 15 relatori. E anche il castello rimarrà aperto alle visite, dalle 10 alle 16.

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