giovedì, Aprile 18, 2024
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Il sindaco Campagnari: «Grande risultato, ora lo trasformeremo in una cittadella dell’arte».
Il ministero lo include nella lista: non potrà mai essere ceduto

Il Forte ora è tesoro d’Italia

Il Forte è promosso. Il compendio monumentale simbolo del paese è dichiarato di notevole interesse storico artistico da parte del Ministero per i Beni e le attività culturali. Forte Wohlgemuth entra ufficialmente nell’anagrafe dei beni culturali, massimo vincolo in vigore. Ora il bene è inalienabile, né è più possibile la sua vendita da parte dello Stato, magari a privati, come s’era temuto due anni fa, quando sull’onda del Decreto Tremonti venne inserito nell’elenco dei beni demaniali in vendita.Il traguardo è storico ed era atteso da tempo dall’amministrazione comunale. La comunicazione è arrivata in municipio dopo mesi di lavoro, trattative e contatti, da parte della Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio di Verona, Vicenza e Rovigo, che è stata coinvolta dall’amministrazione locale per il sospirato riconoscimento, insieme alla Direzione per i Beni culturali e paesaggistici del Veneto, al Ministero delle Finanze e a quello per i Beni e le attività culturali. Il sindaco Mirco Campagnari ha sempre creduto nella possibilità di mettere per iscritto il legame tra la comunità e il Forte, che comprende Batteria alta, Batteria bassa e caserma Massena, e ha sostenuto tutte le pratiche burocratiche per la «promozione» del compendio.«Questo importante risultato per la nostra comunità lo devo comunque a un lavoro di squadra», si rallegra il primo cittadino. «Devo un ringraziamento a tutte le persone che, a vario titolo, si sono adoperate per far sì che il forte venisse ascritto nell’anagrafe dei beni culturali: tra le quali l’architetto Lino Vittorio Bozzetto, autore di uno studio molto dettagliato sul compendio, e il professor Gino Banterla, storico componente del Comitato Rivoli ’97, che ha saputo sensibilizzare i vertici politici di Roma sull’argomento».Così ora quello che è il monumento di Rivoli per eccellenza, uno dei forti meglio conservati di tutta la Valdadige, ricco di spazi al chiuso dei suoi arcovoli come all’aperto, chiede solo di trovare il modo di essere sfruttato al meglio delle proprie potenzialità. Qualche idea l’ha già lanciata il Comitato Rivoli ’97, nato per celebrare il duecentesimo anniversario dalla battaglia di Napoleone e attivo quest’anno per il 210°, con la prima edizione del «Maggio rivolese».«Questo luogo nato con una vocazione militare potrà diventare una cittadella della cultura e dell’arte, dove organizzare incontri e iniziative aperte alla comunità di Rivoli e a tutta la Valdadige», afferma il presidente del comitato Ulderico Ragno. «Gli spazi ci sono, si tratta solo di raccogliere le forze e le idee».Dato in concessione provvisoria all’amministrazione comunale dal Ministero delle Finanze dal gennaio 1997, dal 28 giugno 1999 a oggi il Forte è stato protetto dal decreto di vincolo storico monumentale; utilizzato in diverse occasioni dal Comune nel corso dell’anno, viene gestito grazie alla presenza costante di un gruppo di volontari che si sono denominati, appunto, «Amici del Forte». Ma se prima c’era sempre in agguato la possibilità di una vendita, ora il clima è del tutto diverso. Rivoli sa di potersi godere in tranquillità il suo forte, perché nessuno glielo potrà portare via per farci un albergo di lusso, un ristorante o chissà che altro. E dall’alto del monte Castello il «gigante» si gode la promozione e ringrazia, continuando a vegliare sul paese.

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