Domenica al via la campagna Wwf di sensibilizzazione con visita al nuovo percorso didattico. Alla scoperta di un lago insostituibile per la migrazione degli uccelli

Il Frassino, oasi da salvare

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Di Luca Delpozzo
Giuditta Bolognesi

L’oasi nat­u­rale del laghet­to del Frassi­no, è un tuffo nel­la natu­ra: questo ambito riconosci­u­to dall’Europa sito di inter­esse comu­ni­tario e inser­i­to nelle Zone di pro­tezione spe­ciale (zps) accoglie i suoi osser­va­tori con un’atmosfera di qui­ete più appar­ente che reale. Bas­ta ten­dere l’orecchio, infat­ti, per cogliere le trac­ce dell’animata vita che abi­ta le chiome degli alberi, il can­neto e la super­fi­cie del lago.Curioso il des­ti­no di questo ambito. Cir­conda­to da impor­tan­ti vie di comu­ni­cazione stradale e fer­roviarie, è una stazione di sos­ta di vie di comu­ni­cazione meno vis­i­bili e dev­as­tan­ti, ma di uguale val­ore: sono le gran­di vie migratorie.Tra queste autostrade dei cieli una delle prin­ci­pali è quel­la dell’arco alpino: com­prende il lago di Gar­da, la valle dei Laghi e la val d’Adige. Il laghet­to del Frassi­no è una delle stazioni più impor­tan­ti per molte delle specie degli habi­tat umi­di iscritte, oggi, nel­la cosid­det­ta lista rossa, quel­la delle specie in via d’estinzione.È ques­ta la ragione per cui il sito è sta­to riconosci­u­to di impor­tan­za comu­ni­taria: le vie di migrazione non sono un fenom­e­no locale o nazionale; inter­es­sano tut­to il piane­ta e la loro tutela serve alla sal­va­guardia dell’intero eco­sis­tema terrestre.Per questo la vita del laghet­to del Frassi­no riguar­da equi­lib­ri che super­a­no i con­fi­ni geografici.Il laghet­to del Frassi­no è il più vas­to lago moreni­co ital­iano; orig­i­na­to dai ghi­ac­ciai, occu­pa una super­fi­cie di 32 ettari all’interno dell’area pro­tet­ta che è di cir­ca 75 ettari. È cir­conda­to da una pia­nu­ra colti­va­ta e inten­sa­mente popo­la­ta e quin­di rap­p­re­sen­ta una sor­ta di iso­la di nat­u­ral­ità preziosa ma alquan­to frag­ile. Ospi­ta una fau­na molto ric­ca e diver­si­fi­ca­ta, è luo­go di nid­i­fi­cazione e rifu­gio per molti ana­ti­di. Sono state cen­site anche 84 specie di uccel­li, di cui 45 nid­i­f­i­can­ti; popolano il can­neto e il bosco igro­fi­lo di sali­ci bianchi e ontani che cos­ti­tu­is­cono la fas­cia verde a delim­i­tazione del­lo spazio acqueo.L’inquinamento e le con­seguen­ze degli inter­ven­ti sul ter­ri­to­rio ha pesan­te­mente influito sul­lo sta­to di salute in par­ti­co­lare dell’acqua di questo eco­sis­tema: l’ossigeno risul­ta, infat­ti, pre­sente solo nei pri­mi cinque metri di pro­fon­dità e questo limi­ta molto la popo­lazione itti­ca oggi ridot­ta ad una deci­na di specie.Questo pic­co­lo gioiel­lo cos­ti­tu­isce una delle ric­chezze nat­u­rali di mag­gior pre­gio dell’intero ter­ri­to­rio veronese. La sua tutela e sal­va­guardia è ogget­to di diver­si stu­di e prog­et­ti: ve ne è uno pre­dis­pos­to dal Comune di Peschiera, attual­mente in Regione; e vi è quel­lo del set­tore fau­nis­ti­co ambi­en­tale del­la Provin­cia che in col­lab­o­razione con l’ente regionale Vene­to Agri­coltura ha atti­va­to una serie di inter­ven­ti per la riqual­i­fi­cazione dell’ambiente ripar­i­ale e la real­iz­zazione di un per­cor­so didattico.E pro­prio questo per­cor­so sarà uti­liz­za­to, ques­ta domeni­ca, dal­la sezione veronese del Wwf (chi vuole parte­ci­pare deve chia­mare lo 045.917.514 o con­tattare il sito verona@wwf.it) per una visi­ta gui­da­ta all’oasi del Frassi­no. «Osser­vare e capire cosa abbi­amo aiu­ta a cogliere i sig­ni­fi­cati più pro­fon­di del rap­por­to tra l’uomo e il suo ambi­ente e com­pren­dere è nec­es­sario per amare e quin­di vol­er tute­lare», spie­ga Manuela For­men­ti del Wwf Verona. «Ecco per­ché abbi­amo pen­sato di pro­porre ques­ta occa­sione di incon­tro con il laghet­to del Frassi­no. Dob­bi­amo vedere con i nos­tri occhi cosa rischi­amo di perdere e recu­per­are quel sen­so del lim­ite che molto spes­so l’uomo pare aver dimen­ti­ca­to. L’uomo e l’ambiente sono i due gran­di inquili­ni di questo piane­ta, l’unico che abbi­amo a disposizione».«Non si trat­ta di fare allarmis­mi ma è nec­es­sario guardare in fac­cia anche ques­ta realtà: le risorse nat­u­rali non sono illim­i­tate e men­tre l’ambiente può benis­si­mo soprav­vi­vere sen­za l’uomo, l’uomo non può esistere sen­za ciò che gli for­nisce ossigeno, acqua e cibo. Per questo dob­bi­amo com­in­cia­re a guardare con più atten­zione ciò che ci cir­con­da; e capire», con­clude For­men­ti, «che ognuno di noi può fare qual­cosa per sal­va­guardare il nos­tro futuro».

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