martedì, Aprile 23, 2024
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Una banca dati ne certificherà la qualità e la provenienza

Il futuro del kiwi è nei microchips

Si è svolto nel centro congressi del Centro turistico gardesano il convegno sul tema «Il Kiwi del Garda; aggiornamento di tecnica colturale e proposte di valorizzazione del prodotto» organizzato dal Comune di Bussolengo in collaborazione con il mercato ortofrutticolo e la Banca popolare dell’Emilia Romagna. Il sindaco Lino Venturini e il consigliere delegato all’agricoltura Graziano Squaranti hanno fatto gli onori di casa. Ha presenziato anche l’assessore provinciale all’agricoltura Albino Pezzini il quale ha sottolineato che la qualità e la sicurezza alimentare sono le principali sfide a cui è chiamato il comparto agricolo». «Verona tra qualche mese potrebbe diventare la sede dell’agenzia per la sicurezza alimentare», ha annunciato Pezzini. Gli ha fatto eco Luca Motta presidente del mercato ortofrutticolo intercomunale di Bussolengo e Pescantina. «Il consiglio di amministrazione del mercato ha in programma di varare una commissione di garanzia che sarà composta da rappresentanti dei produttori, dei commercianti e dei consumatori. Intanto siamo in attesa del riconoscimento del marchio “Il kiwi del Garda”». La serie degli interventi coordinati da Pietro Cernigliaro, presidente dell’associazione nazionale direttori mercati all’ingrosso, è iniziata con la relazione di Raffaele Testolin docente del dipartimento di produzione vegetale e tecnologie agrarie dell’Università di Udine. «Si deve prestare massima attenzione alla potatura», ha raccomandato Testolin, «ogni taglio infatti è una potenziale via di inoculo di malattie per le piante, è necessario quindi disinfettare ed evitare di potare il tronco e i rami principali delle piante adulte. È fondamentale anche il rinnovo dei tralci con cadenza almeno biennale. Si deve fare molta attenzione a non eccedere con le concimazioni azotate», ha continuato il docente, «perché possono compromettere la durezza dei frutti e quindi incidere negativamente sulla loro conservabilità. Per quanto riguarda l’impollinazione i risultati migliori si ottengono con le api e con il metodo manuale». «Il kiwi italiano sta ottenendo un notevole successo sul mercato internazionale ed in particolare negli Stati Uniti d’America», ha detto Walter Guzzardi consulente commerciale, «ma purtroppo c’è ancora il problema degli anticipi di raccolta che comporta l’immissione sul mercato di frutti con un livello di maturazione insufficiente; ciò determina la dequalificazione del nostro prodotto. Per sconfiggere definitivamente i furbi che commercializzano kiwi con insufficiente grado zuccherino e sapore e durezza inqualificabile, servono regole certe e sanzioni severe». «Le regole di produzione e commercializzazione dovrebbero essere fissate da un organismo interprofessionale che tenga conto di tutta la filiera», ha auspicato Daniela Bragantini dell’associazione nazionale esportatori ortofrutticoli, «le sanzioni comunque non bastano; a chi si comporta scorrettamente bisogna far pagare il danno economico arrecato al settore. Per offrire al consumatore precise garanzie di qualità si deve essere in grado di garantire tutti i passaggi seguiti dal prodotto dall’azienda agricola che lo produce alla vendita al dettaglio. I dati possono essere agevolmente immessi e letti con i sistemi del codice a barre o del microchips che sono in grado di contenere un gran numero di informazioni. La tracciabilità di tutti i prodotti agroalimentari è un’esigenza molto sentita e presto potrà diventare un obbligo di legge».

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