giovedì, Aprile 18, 2024
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L'agricoltura biologica sarà la locomotiva trainante nell'affermazione rivalutata del Parco Alto Garda

Il Garda gioca tutte le sue carte sull’agricoltura biologica

L’agricoltura biologica sarà la locomotiva trainante nell’affermazione rivalutata del Parco Alto Garda. La scommessa per trasformarlo in una risorsa integrativa, nel valore aggiunto dell’economia territoriale, è stata sottolineata dal recente simposio in occasione dell’Anno Internazionale della Montagna promosso dall’Onu e dalla Fao. In sostanza, è stata focalizzata l’opportunità di diffondere sistematicamente la “filosofia” dei prodotti biologici della Comunità montana Parco Alto Garda che spazia da Salò alla Val Vestino, sede in Gargnano. Evidenziata anche la sfida mirata a diffondere capillarmente la cultura dei prodotti naturali, insieme alla necessità della certificazione ambientale come obiettivo generale qualificante. «Nel Parco è piuttosto agevole — è stato evidenziato — passare al biologico, perché esiste già una radicata vocazione per le colture naturali. L’esempio eclatante viene dall’olio biologico prodotto dallo stabilimento di Tignale: sta riscuotendo un autentico successo economico». Il “progetto biologico” contempla il ripristino e la conservazione degli elementi naturali del territorio agricolo, il miglioramento della realtà ecologica, l’aumento della biodiversità, il potenziamento dell’assistenza tecnica nelle aziende. Nel 2002 è stato operato il recupero di castagneti e oliveti; adesso è in predicato il sostegno alle coltivazioni di meli e peri al fine di produrre sidro e aceto, attività già in auge in alcune aree del Parco. E così 250 nuovi meli saranno posti a dimora.

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