venerdì, Marzo 29, 2024
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Stagione balneare al via. Centoventicinque i punti controllati dalle Asl di Verona, Brescia e Trento. Solo 5 le spiagge ancora «off limits» nell’intero bacino di cui due nel territorio di Peschiera: lungolago Garibaldi e località Palazzo 2

Il Garda gode di buona salute

Migliora ancora il quadro della balneabilità sul lago di Garda. Anche se con qualche punto nero. A Peschiera e a Padenghe, sulla costa bresciana, sono tabù ai bagni due spiagge per ciascuna località. Si tratta del lungolago Garibaldi e della località Palazzo 2 (nel paese bresciano invece di Santa Giulia e zona Porto). Per il resto, come conferma la Comunità del Garda, lo stato di salute delle acque del più grande lago italiano, è decisamente ottimo. Su 125 punti controllati dalle varie Asl di Verona, Brescia e Trento, solo cinque spiagge sono risultate non balneabili: oltre alle quattro di prima si deve aggiungere San Francesco nel Comune di Desenzano, che però potrà ridiventare balenabile già con il prossimo bollettino avendo superato le ultimissime analisi. Che la qualità delle acque sia giunta ad uno straordinario livello, lo si può ricavare dall’eccezionale ondata di bagnanti che si è riversata (complice anche la calura soffocante) sulle spiagge nell’ultimo fine-settimana. In aggiunta a questa buona condizione, il centro di elaborazione dati della Comunità ha acquisito altri valori interessanti. La temperatura dell’acqua si è stabilizzata sui 25 gradi, la visibilità del fondale tra i 7 e i 10 metri. Una situazione estremamente gradevole per i bagnanti che si immergono nelle acque gardesane. Peschiera, si diceva, deve fare invece i conti con due spiagge vietate ai bagni per tutta questa stagione. Il lungolago Garibaldi 1 (tratto al di là del ponte sul Mincio in direzione di Lazise) e Palazzo 2 (nei paraggi del porto Bergamini) potranno ridiventare balneabili solo se le analisi complessivamente raccolte da qui fino al termine della stagione, saranno favorevoli. Le cause di questo mezzo disastro sono per ora ignote. Insomma, sul banco degli imputati non c’è nessuno. «E’ stato un incidente del tutto casuale» spiega all’« Arena» il dottore Giorgio Franzini, dirigente dell’Arpa veneta, «avvenuto lo scorso anno verso Palazzo dove c’è la convergenza dei collettori bresciano e veronese. Le abbondanti piogge potrebbero aver provocato uno sversamento di sostanze inquinanti nella zona proprio durante la fase dei controlli, poi è accaduto il pasticcio. Comunque, adesso» assicura Franzini, «la situazione sta tornando alla normalità, ma sono necessarie continue indagini ed analisi. Dopo aver approfondito il tutto dovremmo saperne di più e chiarire anche le responsabilità di quell’inquinamento».

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