venerdì, Aprile 19, 2024
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La Commissione europea ha inserito l’area naturale tra i «Siti di importanza comunitaria». Il Consiglio comunale tornerà a discutere della sua salvaguardia

Il laghetto del Frassino è Sic

Peschiera. La Commissione della Comunità europea ha inserito il laghetto del Frassino e l’intera area del Basso Garda nell’elenco dei Sic, cioè i «siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica continentale». Le zone ammesse a questa classificazione sono individuate nell’ottica della costituzione, da parte della stessa Comunità, «di una rete ecologica europea coerente di zone speciali di conservazione». La notizia giunge a pochi giorni dal prossimo consiglio comunale di Peschiera, convocato per il 31 gennaio alle 18, in cui si tornerà a discutere proprio del laghetto del Frassino: tra i punti all’ordine del giorno, infatti, vi sono l’esame e le controdeduzioni alle osservazioni presentate sull’adozione del Piano attuativo di valorizzazione ambientale dell’area, approvato dal consiglio del 21 ottobre scorso.In quella seduta il piano attuativo era stato approvato con i voti della maggioranza e dei consiglieri dell’opposizione Antonio Invidia e Giacomo Tomezzoli; quest’ultimo, prima del voto, aveva chiesto e ricevuto conferma che il Piano tiene conto di tutte le norme specifiche di tutela contenute nel Piano territoriale regionale di coordinamento; si era astenuto Elio Zenato. Tra le osservazioni presentate vi è il riferimento all’individuazione, nella zona del laghetto, di un’area a verde attrezzato di oltre 35 mila metri quadri. Il Piano prende in esame il «verde pubblico di progetto costituito dalla vegetazione lacustre e zone boscate». Queste aree, limitrofe alle sponde lacuali della superficie di circa 145mila metri quadri, attualmente di proprietà privata, verranno classificate come Riserva naturale regionale generale. «Per l’area così identificata», precisa il documento, «si prevede la futura acquisizione alla proprietà pubblica e in conseguenza di ciò verrà conseguita la parte di superficie a verde attrezzato nella misura di 37.5858 metri quadri, di cui risultava carente il Piano regolatore generale del Comune». «Destinare l’area a verde per compensare l’edificazione sostenuta attua una discriminazione nei confronti dei proprietari delle aree agricole interessate (che dovranno essere espropriati a prezzi da aree agricole) a favore di chi ha beneficiato delle aree edificabili e non ha dovuto procedere a individuare e realizzare i dovuti standard», scrive Laura Richelli, già componente del comitato antiTav, «nelle sue osservazioni inviate al Comune e all’ufficio Urbanistica di Regione e Provincia. Nel documento Richelli pone l’accento anche sull’utilizzo della futura area: la variante parla, infatti, della riqualificazione di un percorso esclusivamente pedonale per l’osservazione degli uccelli, ponticelli in legno per il passaggio sui percorsi d’acqua che interferiscono con il percorso e spazi attrezzati con panche e sedili. «Il percorso pedonale», specifica il Piano, «non interferirà mai con la sponda del lago, salvaguardando la distanza necessaria a garantire la crescita di vegetazione acquatica a protezione della fauna lacustre». Per quanto riguarda gli edifici esistenti nell’ambito, invece, il Piano di valorizzazione ambientale distingue tra quelli di particolare valore storico e architettonico e quelli di recente costruzione; e per questi ultimi si differenziano le possibilità di intervento a seconda di quanto le strutture siano in contrasto con l’ambiente circostante: si va da interventi di sola manutenzione alla demolizione, in caso di alto contrasto con l’ambiente, e ricomposizione planivolumetrica senza aumento di volume. «L’uso a verde attrezzato, la frequenza incontrollata e incontrollabile di persone, non può essere compatibile con il Sic e con l’oasi naturalistica: non si tratta di un parco naturalistico», scrive la Richelli, «ma di una zona di rifugio per animali selvatici e di sopravvivenza per particolarissima vegetazione, si teme anche che possa diventare una comoda area destinata al consumo di stupefacenti, alla prostituzione e quanto di peggio già molto fiorente in zona arilicense … Al tempo della stesura del Piano regolatore, l’uso dell’area Sic per farne di fatto un giardino pubblico non era previsto». Identico tenore nelle osservazioni presentate da Sergio Maggi, esponente arilicense dei Verdi, e dal comitato per il Parco delle colline moreniche del Garda: entrambi evidenziano la carenza di studi a supporto del Piano attuativo, in particolare di carattere archeologico – palafitticolo; i rischi della fruizione pubblica della futura riserva; l’edilizia turistica». «Non appare chiaro», scrive il Comitato, «il significato di edilizia turistica riferito alla cubatura edificabile come recupero degli attuali capannoni. È auspicabile che tale termine non voglia aprire la strada a realizzazioni residenziali già fin troppo presenti nel territorio sottoposto a tutela, e in totale contrapposizione con l’iniziativa di valorizzazione di un sito come il laghetto del Frassino». Il comitato richiede «una verifica della rispondenza alla normativa di legge nelle autorizzazioni a suo tempo concesse. Si auspica, in caso di ammissione, che queste cubature possano essere destinate, in toto o in parte, alla realizzazione di servizi educativi, informativi nonché a un’opera museale destinata alla conservazione dei numerosi reperti archeologici». «L’adozione di questa variante risponde a quanto previsto dal Piano regolatore vigente e rimasto inatteso per anni; alle osservazioni risponderemo tranquillamente in consiglio. Ma va anche sottolineato che questo Piano di valorizzazione», commenta l’assessore Walter Montresor, «è propedeutico all’acquisizione di contributi da parte della Comunità Europea».

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