venerdì, Aprile 19, 2024
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Dopo la rivolta dei sindaci e il coinvolgimento dell’assessore Giorgetti dal vicepresidente della Regione arriva un’apertura verso i Comuni

Il lago? Non è « turistico» Venezia rifarà la legge

Il vicepresidente della Regione, Franco Manzato, apre al confronto sulle proposte e le segnalazioni dei sindaci del Garda per migliorare il nuovo progetto di legge sul turismo. L’«apertura» è in missiva dell’esponente della Lega nord, numero due di Palazzo Balbi a Venezia, indirizzata ai due esponenti, rispettivamente, capogruppo in Consiglio regionale e assessore di Alleanza nazionale che, nei mesi scorsi, si erano fatti portavoce delle istanze e lamentele dei primi cittadini gardesani.Massimo Giorgetti era stato chiamato infatti dal sindaco di Bardolino, Pietro Meschi, in rappresentanza dei colleghi lacustri, a dare una mano per modificare grossolani errori di valutazione, come era stato spiegato a fine estate, relativi ai contenuti del progetto di legge, che dovrà passare il vaglio della VI Commissione per poi approdare in consiglio regionale.Il testo della normativa sul turismo, così com’è, «penalizza e discrimina tutti i paesi della sponda veronese del lago di Garda». E, se la proposta dovesse restare com’è, «nessun centro rivierasco potrebbe essere definito turistico», avevano lamentato i primi cittadini lacustri in una missiva a Giorgetti.Il progetto di legge regionale numero 315 sulla «Nuova disciplina regionale in materia di turismo» infatti, fa sì che «la Regione consideri il lago di Garda e le sue problematiche in modo diverso da quelle inerenti il mare». In particolare, alcuni commi degli articoli 5 e 51 erano stati il «casus belli» per la rivolta. Il primo dei due articoli definisce come «Comuni a rilevante incidenza turistica» solo quelli con «presenza media di turisti dell’ultimo triennio, rilevata dal sistema informatico regionale, pari o superiore a 3 milioni di persone, o al 20 per cento delle presenze medie dell’ultimo triennio della Provincia».Ciò si tradurrebbe in maniera paradossale per i Comuni gardesani: nessuno degli otto rivieraschi, di cui solo 3 con popolazione oltre i 5 mila abitanti, «pur avendo una economia turistica pari al 80-90 per cento, risponde a quei requisiti». Cioè, nessun comune della sponda veronese potrebbe rientrare nella definizione.Il secondo punto di discordia era invece relativo all’articolo 51, e cioè agli indici di edificabilità e di espansione dei campeggi in riva al lago. «Com’è formulato», ribadivano Cortellazzo e Giorgetti a Manzato, «il progetto di legge discrimina una parte di straordinaria importanza turistica del Veneto come il Garda. Il gruppo regionale di An chiede la correzione delle parti penalizzanti in modo da permettere l’approvazione del provvedimento, che altrimenti non potremo condividere»In risposta, Franco Manzato, confermando come le segnalazioni pervenute abbiano «reale fondamento», s’è detto «disponibile ad approfondire e rivedere l’aspetto dei comuni turistici e dell’indice di edificabilità nei campeggi, per cui è necessario rispettare la sostenibilità ambientale delle realtà del lago di Garda».«Nel corso dei lavori della VI commissione», ha concluso il vicepresidente della giunta veneta, «approfondiremo le problematiche sollevate per risolverle positivamente, affinchè il progetto di legge possa proseguire il suo iter in consiglio regionale».Un primo risultato, quindi, i sindaci sembrano averlo ottenuto anche se spetta ancora a loro il compito di vigilare sulle modifiche che la Commissione regionale vorrà apportare. Solo così infatti, da addetti ai lavori, potranno avere garanzie precise che la nuova legge sul turismo non penalizzi un’area che, dai dati della stagione 2008, si conferma non solo tra le più importanti realtà del Venet

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