venerdì, Aprile 19, 2024
“Preoccupazione. Pessimismo. Stanchezza” tre vocaboli che racchiudono timori, dubbi e perplessità, pur se con finalità diverse, dell’assessore alla viabilità della Provincia di Verona Gilberto Pozzani,

Il Lugana e la TAV

Lugana di Sirmione – “Preoccupazione. Pessimismo. Stanchezza” tre vocaboli che racchiudono timori, dubbi e perplessità, pur se con finalità diverse, dell’assessore alla viabilità della Provincia di Verona Gilberto Pozzani, da una parte e da padre Oreste Marcato priore del Santuario della Madonna del Frassino dall’latra (vedi anche servizio sul quotidiano l’Arena del 31 marzo 2002). A queste due prese di posizione si aggiunge anche quella del Consorzio Tutela Lugana DOC che, per bocca del suo presidente, Paolo Fabiani, avanza anch’esso grandi e gravi preoccupazioni per una buona fetta del territorio, il cuore della vecchia zona produttiva, in cui si produce uno dei migliori vini bianchi d’Italia e del mondo. Per i politici la preoccupazione riguarda “l’ empasse in cui s’è arenato il progetto dura da troppo tempo e non vedo soluzioni all’orizzonte»; il pessimismo «perché in altre città i cantieri sono già aperti mentre noi stiamo ancora a discutere sulle carte»; la stanchezza «perché è da nove anni che si parla di Tav, che si cercano soluzioni intelligenti capaci di accontentare tutti ma ogni volta che si crede di essere arrivati al quid c’è sempre qualcosa che non va e qualcuno che rimette in discussione le scelte fatte». Padre Oreste invece afferma che «se fosse per noi, per quello che qui facciamo e rappresentiamo, la Tav non passerebbe nemmeno sotto terra…». Usa poi, sempre il Priore del Frassino, pur se con spirito diverso, le stesse parole di Pozzani, “preoccupazione – pessimismo – stanchezza”, per descrivere la totale chiusura dei religiosi verso il progetto. «Primo: sono terrorizzato e quindi pure io preoccupato dalla Tav per tutto quello che significherà: prima realizzarla e poi sopportarla. Nemmeno io sono ottimista soprattutto se penso al giorno in cui qui arriveranno le ruspe: per noi, sarà la fine perché i binari ci correranno praticamente sotto ai piedi e le vibrazioni non ci daranno tregua. Il santuario è stato costruito nel 1500, non è certo antisismico né anti-rumore: chi garantisce per l’incolumità delle migliaia di visitatori? Infine “se l’assessore è stanco di attendere soluzioni arenate da tempo, io invece lo sono di scervellarmi e di combattere contro questa ineluttabile realtà. Ma come si può pretendere che non protestiamo? La gente viene qui per cercare serenità e per stare in pace, con la ferrovia non sarà più così e questo posto perderà di valore. Comunque sia chiaro» garantisce il priore, «noi non ce ne andiamo, siamo una decina di religiosi e qua, a Dio piacendo, abbiamo intenzione di concludere la nostra vita». A queste prese di posizione, come detto, si aggiunge anche quella del Consorzio Lugana DOC. “Il nostro territorio, soprattutto quello confinante con l’attuale tracciato della A4, verrebbe in gran parte cancellato e non solamente per quanto riguarda la linea del tracciato ma anche perché la zona di produzione del Lugana verrebbe interessata per gran parte dalla realizzazione di una specie di piazzale con scambi e zona parcheggi di vagoni ferroviari”. Recentemente però, secondo indiscrezioni, parrebbe che l’intero progetto stia incontrando alcune perplessità da parte degli stessi fautori e quindi tutto possa essere rimesso in gioco. Speriamo e …vedremo!

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video