venerdì, Aprile 19, 2024
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Anche i Santi soffrono l’umidità Problemi per l’abside, la navata e il soffitto sopra l’ingresso

Il nubifragio ha causato gravi danni alla parrocchiale

È tornato a splendere il sole dopo tanti giorni di acqua e di avversità. Ognuno spera in cuor suo che finalmente sia ritornata l’estate e che il bello si riaffacci anche sulle martoriate sponde del lago di Garda, dalla sponda bresciana fino alla veronese ed alla trentina. E a Lazise e dintorni i tetti delle case, degli alberghi, delle strutture produttive sono diventati immediatamente un formicaio. Un formicaio di operai che si sono messi all’opera di buonora per metter mano al rifacimento dei tetti. Non ce n’è uno di intatto. Le rotture ed i danni sono tangibili e non si possono certo contabilizzare in poche ore. «Quando si arriva sul tetto », spiega l’architetto Virgilio Munari, « si vede già il disastro. Ma non è finita qui. Il bello viene quando iniziano a metter mano ai coppi e alle tegole. Ci si resta male. Sotto troviamo delle brutte novità: coppi rotti e danni imprevisti. Non è facile quindi» conclude Munari ,« preventivare il danno. È certamente sempre maggiore di quello che appare a prima vista». C’è poi tragedia nella tragedia: stabilimenti e fornaci sono chiusi per ferie. Non ci sono più coppi dai rivenditori e i prezzi salgono. Le imprese edili sono tutte impegnatissime e c’è veramente la coda per una lista d’attesa. Fortunati coloro i quali hanno la copertura con la guina catramata ed impermeabile che protegge il sottotetto anche in caso di pioggia e con le tegole frantumate. Stanno ancora intervenendo, per alcune situazioni particolari, i vigili del fuoco di Bardolino, i quali stanno rimuovendo macerie e oggetti particolari, sgorgando grondaie intasate dai detriti dei tetti. Ha subito un grave danno, immmediatamente non considerato, anche il tetto della chiesa parrocchiale dei Santi Zenone e Martino, da poco rimesse a nuovo in occasione del restauro totale del tempio. Almeno tre le zone del tetto, in cui si è infiltrata l’acqua a seguito della rottura delle tegole: la zona absidale, il centro della navata, e in misura maggiore la zona del soffitto soprastante la porta di ingresso. È la zona ad ovest, rivolta verso il lago, dove la grandine ha maggiormente martoriato tutti i tetti di Lazise.

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