venerdì, Aprile 19, 2024
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Il sindaco Perini e il suo vice Baccinelli replicano alle accuse. «Gli odori derivano invece dal compostaggio, per il quale il Comune aveva detto no»

«Il nuovo impianto di trattamento non creerà problemi ai residenti»

«Non deriveranno problemi ai residenti dal nuovo impianto per il trattamento di rifiuti speciali non pericolosi provenienti da raccolta differenziata, attività industriali e commerciali, previsto ai Campagnoli, cui il Comune ha dato parere favorevole. Non ci saranno puzze maleodoranti, essendo l’intera struttura completamente chiusa, ad eccezione del solo parcheggio per i dipendenti». Parola di sindaco. Replica così, con grande fermezza, Morando Perini a chi «ha cercato di mistificare le carte in tavola, creando ad arte confusione fra la gente». Il nuovo impianto richiesto dalla Valli spa dunque non ha nulla a che spartire con il precedente impianto di compostaggio, che un anno fa fu oggetto di forti contestazioni proprio per i gas maleodoranti che venivano emanati. «E’ proprio da questa struttura che ha ottenuto di recente l’autorizzazione all’ampliamento, nonostante il parere negativo del Comune – continua Perini – che potranno invece arrivare nuovi guai per i residenti». Per fare chiarezza su questo equivoco la Giunta ha convocato un’assemblea giovedì 30 gennaio alle 20.30 nella sala parrocchiale di Castel Venzago, cioè nello stesso salone che alcune sere fa ha ospitato una sessantina di persone accorse all’invito di Giovanni Pace che, per primo, aveva segnalato la vicenda. La decisione favorevole presa con una delibera dello scorso dicembre è frutto di un lungo iter iniziato il 10 maggio, quando era stata depositata la richiesta della Valli per ottenere l’autorizzazione alla realizzazione di un impianto di ricondizionamento e deposito preliminare, riciclo-recupero e messa in riserva di rifiuti speciali non pericolosi. «La Giunta ha esaminato con grande attenzione – continua il sindaco – l’intero progetto e ha elaborato una serie di osservazioni tecniche. Volevamo tutelarci su tutto, dalle caratteristiche del materiale inerte che sarà utilizzato per il riempimento della cava prima di costruire il capannone (circa 12.000 mq) agli orari e ai giorni di apertura dell’impianto, dai quantitativi massimi giornalieri di rifiuti previsti in ingresso ai quantitativi annui e giornalieri dei rifiuti suddivisi per codice Cer alla quantità massima di rifiuti in stoccaggio all’interno del capannone». Non solo. Il Comune ha fatto osservazioni anche sulle caratteristiche delle attrezzature che saranno impiegate, sulle modalità di movimentazione dei rifiuti, sugli schemi di flusso dei vari processi, dallo stoccaggio al trattamento e invio a recupero e smaltimento. E ancora: sistema di abbattimento delle polveri, gestione dei ricambi d’aria, studio di compatibilità ambientale, monitoraggi ambientali durante la gestione e piano di ripristino e recupero ambientale in caso di chiusura. Il 30 luglio 2002 in sede di conferenza di servizi le osservazioni sono state presentate. Il 3 settembre la Valli ha prodotto una serie di integrazioni che non hanno soddisfatto del tutto il Comune il quale, con delibera del 22 ottobre, ha espresso parere negativo. Questo tenuto conto che l’impianto non prevede sistemi di abbattimento delle emissioni in atmosfera e per l’insufficienza nella dimostrazione di assenza di produzione di polveri fini, con riferimento alle operazioni di vagliatura e triturazione. Il giorno dopo si è svolta una nuova conferenza di servizi che, però, ha deciso di riaggiornarsi. Si è arrivati così alla delibera comunale del 10 dicembre che ha dato parere favorevole con una serie di restrizioni: dal divieto di utilizzo di materiale maleodorante e polverulento allo stop delle attività in orario notturno, per arrivare «a una polizza fideiussoria bancaria – come ha sottolineato l’assessore all’Ecologia e vice sindaco Davide Baccinelli – che ci garantisce nel caso non vengano rispettate le condizioni previste nell’atto unilaterale d’obbligo e dei contenuti della stessa deliberazione. Inoltre, la possibilità per il Comune, senza alcun preavviso, di effettuare controlli e verifiche». «Invece, purtroppo – conclude Baccinelli – sul vecchio impianto di compostaggio, che ha ottenuto l’ampliamento nonostante il nostro no, il controllo compete solo all’agenzia regionale Arpa». L’ultimo atto della vicenda è una lettera spedita a Brescia dopo che la conferenza dei servizi aveva detto sì al nuovo impianto, in cui viene ribadita «l’inderogabile necessità di inserire nell’autorizzazione tutte le prescrizioni contenute nel provvedimento della Giunta comunale». A tutt’oggi il decreto autorizzativo della Provincia non è ancora stato emesso.

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