giovedì, Aprile 25, 2024
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Una tegola milionaria in capo al Comitato manifestazioni

Il pontone Tenace tornerà a galla

Il pontone Tenace non è stato affondato ingloriosamente nelle acque del golfo del Lido per toglierselo di torno una volta per sempre. E’ stato solo spostato di alcuni metri per permettere, in condizioni di «imperiosa urgenza» alla Navigarda di recuperare l’attracco dismesso. E siccome il Garda non è una pattumiera e nessuno può permettersi di disfarsi così d’un accidente ingombrante ed inutile, al Comitato manifestazioni rivane, probabile proprietario della piattaforna galleggiante, toccherà l’onere di pagare l’intera operazione di ripescaggio del rudere. Di sicuro una spesa milionaria.Il pontone, dopo i fasti nelle Notti di Fiaba è finito attraccato nel golfo del Lido. Poi frana e scarico di sassi nel lago hanno sloggiato la Navigarda da un pontile sul lungolago D’Annunzio. E siccome la società ha bisogno di sette ormeggi a Riva per i suoi natanti, s’è dovuto recuperare quello dismesso al Lido. Il dottor Menestrina, dirigente del servizio trasporti della provincia competente sui porti, aveva sollecitato in agosto 2000 il Comitato manifestazioni, nella persona del presidente Enzo Bassetti, a togliere di mezzo il relitto. Di certo una scocciatura, ma relativa finchè il Tenace era a tre metri dalla sponda. Siccome il pontone era sempre lì, a fine marzo 2001 la provincia, punzecchiata di continuo dalla Navigarda, ha perso la pazienza ed è passata all’azione, forte dell’«imperiosa urgenza». La Navigarda, in via informale e del tutto amichevole, ha accettato di dare una mano: è stato il traghetto Tonale, il più potente e grosso della flotta lacuale, a strattonare il Tenace agganciato a robuste funi d’acciaio, strappandolo dall’inerzia dell’affondamento a tre metri dalla sponda, ed a trascinarlo al largo. Pochi metri: abbastanza perchè i battelli ormeggiassero al pontile richiamato in servizio senza pericolo. Ma solo spostamento è stato, e provvisorio: uno sgombero coatto, dettato dall’impossibilità, arrivata ormai la fine marzo, di fare le cose per bene. In data 6 aprile il Servizio provinciale ha notificato al Comitato manifestazioni l’obbligo di provvedere, entro il termine di 20 giorni, al recupero ed alla rimozione del Tenace dal fondo del lago. In caso contrario provvederà la stessa provincia, con successivo addebito di tutte le spese, detratti i soldi eventualmente incassati dalla vendita del ferro. Il Tenace dovrà essere ripescato, portato a galla ed indirizzato al suo destino: rottamazione o riuso, faccia il proprietario. Il lavoro costerà fior di milioni e dovrà essere affidato ad una impresa specializzata in recuperi subacquei. Secondo i tecnici l’operazione potrebbe avvenire in due tempi. Prima si deve sollevare con una gru caricata a bordo di un altro pontone, il Tenace fino al pelo dell’acqua e quindi spostarlo in navigazione fino ad una spiaggia aperta dove sia possibile usare una gru di grandi dimensioni per cavare fuori dell’acqua il relitto. Fra i cipressi del Lido una simile gru non poteva starci: sennò si sarebbe già provveduto.

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