giovedì, Marzo 28, 2024
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Una bella tradizione rivana ridotta ormai al lumicino

Il porto, i commerci e le osterie

“Riva è terra mercadantesca e vi zonze navi ogni giorno quando hanno prospero vento…” Lo scambio commerciale come anima di Riva del Garda da sempre ha determinato intorno all'antico porto commerciale, quello che si affaccia davanti alle piazze del Comune, un rifiorire di attività e di iniziative legate in qualche modo allo scambio di merci tra il Tirolo e le terre della pianura Padana, prima dell'apertura della martoriata Gardesana.Gli antichi portici, d'impronta veneziana, sono il segno visivo di simile modo di vivere della città sorta a immediato ridosso del suo porto, la sua “ragione” vitale, che si è conservata tale anche alla fine del Millennio nonostante qualche evidente “acciacco”. Scambio è naturalmente non solo vendita e acquisto di materie prime, ma anche contatto ed esperienza, in una parola ospitalità. E intorno al porto di Riva rifiorivano le osterie, con duplice valenza, di trattoria per la mescita del , e di locanda con stanze “ammobigliate” da affittare a mercanti e viaggiatori per passarvi la notte. Le antiche osterie erano numerose, tutte affacciate sul porto e le piazze adiacenti. Anzitutto, per chi era appena sceso dal battello a vapore, c'era l'osteria “Al vapore”, appena attaccata al “Baviera”. Poco più in là, verso la strada della Ponale, il “Monte Oro”, locanda con stanze d'affittare e una capiente trattoria, scomparsa per far posto alla centrale idroelettrica. In piazza San Rocco campeggiava l'osteria”Alla lepre”, mentre proprio davanti alla statua del Nepomuceno sorgeva la pasticceria-caffè Andreis, sotto il Centrale. Nella piazza Benacense c'erano invece la locanda e la trattoria Bresciani, che poi prenderà il nome dalla piazza. Dopo la fusione dei due esercizi, tra tutte le antiche osterie è anche l'unica ad essere rimasta, naturalmente trasformata in moderno ristorante. La trattoria sorgeva a fianco dei fondaci o depositi di merce che costellavano la piazza, servendo da deposito di legname, sale, tessuti, o altra merce di passaggio. I grandi avvolti in cui ci troviamo sembrano ancora riecheggiare di ordini di scarico della merce portata dai bragozzi. In effetti tra le più antiche osterie di Riva, l'attuale ristorante presenta i requisiti di continuità nella tradizione dell'ospitalità, a cominciare dal pavimento a seminato veneziano per finire con l'accoglienza. Affacciato sulla piazza Benacense, poi chiamata dopo la “Vittoria” col nome di Tre Novembre, il Benacense continua una tradizione di sette generazioni: nel 1863 l'ebreo Vitali (eravamo a contatto con il ghetto) vende a Giovanni Bresciani l'edificio, che poi passa al figlio omonimo e, attraverso l'interregno Risatti, perviene ai fratelli Bresciani, Ettore e Giuseppe, attivi dal 1901. «Una tradizione di famiglia che affonda le radici nell'attività del porto – dice Lauro Bresciani- e che si è mantenuta nonostante i tempi». In effetti dai fratelli al nipote Lauro e ai pronipoti Marco e Vasco, attuali proprietari, il passo è breve e segnato dal sostanziale ammodernamento che però mantiene le radici della terra mercadantesca.

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