sabato, Aprile 20, 2024
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La specie ittica è tipica dei fiumi dell’Est europeo e qui è passata dai laghetti sportivi alle acque dei fiumi

Il siluro sta diventandoil padrone del Mincio

È sempre più presente nel Mincio il siluro (nome scientifico “silurus glanis”), questo pesce di grosse dimensioni originario dell’Est europeo e nei decenni scorsi passato probabilmente dai laghetti di pesca sportiva alle acque libere. La sua diffusione è confermata da catture come quella effettuata, nel breve volgere di due ore da Zoran Jasari, operaio serbo che risiede in Valpolicella e lavora nel settore dei marmi, il quale ha pescato dal Mincio quattro siluri, del peso complessivo di circa 80 chilogrammi.«Non credevo ai miei occhi», racconta Jasari, conosciuto tra i pescatori che usano la tecnica dello spinning (con la quale s’adottano esche artificiali) con il nome d’arte “Fenix”, «perché è bastato che mi posizionassi una domenica mattina presto e la cattura è stata immediata. Conosco questa specie, molto presente anche in Serbia, e so che il tempo migliore per catturarla è all’inizio della primavera e sempre di mattina presto o alla sera perché il siluro è un predatore notturno. Anche perché se uno volesse mangiarli, come succede da noi, è meglio farlo con esemplari giovani (di 15-20 chili), perché poi aumenta il grasso, a partire dalla spina dorsale, e cambia il gusto».Jasari va talvolta anche sul Po. «Mangiarli dopo averli pescati lì vuol dire andare incontro a brutte sorprese (diossina compresa), mentre il Mincio, dal punto di vista della qualità delle acque, è in buone condizioni». Il siluro, le cui prime catture nel Veronese risalgono agli inizi degli anni Ottanta nel Canal Bianco, s’è poi espanso fino al Garda e, grazie anche alle sue dimensioni (può superare il quintale ed i due metri di lunghezza). Oggi rappresenta probabilmente il 50 per cento della biomassa presente nel Mincio.«Continuando la sua acclimatazione», spiega l’ittiologo della Provincia, Ivano Confortini, «il siluro, che non ha un competitore, aumenterà ancora di dimensioni (nel Danubio arriva a pesare 2-300 chilogrammi) e quindi si noteranno ancora di più nel Mincio i decrementi della popolazione di barbo, carpa e di cavedano, specie particolarmente abbondanti sino a qualche anno fa».«Per questo», aggiunge Confortini, «in attesa di stendere la carta ittica provinciale, procedura assai complessa per un reticolo (di torrenti, fiumi, etc.) di oltre 4000 chilometri, la Provincia, a partire dal 2002, ha autorizzato la cattura del siluro, senza rilascio, nel fiume Mincio a valle della diga di Salionze da parte di una associazione locale di pescatori subacquei affiliata alla federazione italiana pesca sportiva e attività subacquea (Fipsas). Gli interventi sono svolti in inverno-fine primavera al fine di limitare l’impatto sulle altre specie ittiche. Altre province venete, come Rovigo e Padova, hanno previsto l’elargizione di un piccolo premio ai pescatori autorizzati che catturano siluri. Oltre ai pesci, il siluro divora anche le nutrie, e tutto ciò che si muove a pelo d’acqua (anatre, rane, e così via)».

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