Una conquista straordinaria per la Capitale del Garda, ottenuta grazie al grande lavoro del WWF Bergamo Brescia e dell’Airone Rosso

Il tesoro di Desenzano: i Tritoni hanno la loro “oasi”

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Di Redazione

“Una con­quista stra­or­di­nar­ia arriva­ta gra­zie ad un lavoro che parte nel 2019, quan­do per la pri­ma vol­ta, abbi­amo ritrova­to un Tri­tone Cresta­to con gli arti infe­ri­ori par­al­iz­za­ti”: come spie­ga Pao­lo Zanol­lo del WWF Berg­amo Bres­cia, tut­to nasce da questo even­to raris­si­mo che mette in moto una squadra com­pos­ta anche dall’Airone Rosso e dal Comune di Desen­zano del Gar­da. Oggi, all’interno dell’Oasi San Francesco, è pre­sente un’area real­iz­za­ta apposi­ta­mente per ricreare le con­dizioni di vita ide­ali degli ormai numerosi Tri­toni che vi abi­tano; l’u­ni­ca, nel vas­to areale garde­sano in gra­do di ospitare esem­plari in peri­co­lo e in dif­fi­coltà. Una notizia mer­av­igliosa per­ché ques­ta specie è garanzia di bio­di­ver­sità e sen­tinel­la pos­i­ti­va di un eco­sis­tema che fun­ziona.

LA GENESI.

Come det­to, tut­to inizia nell’aprile del 2019, quan­do Pao­lo Zanol­lo tro­va un esem­plare di Tri­tone Cresta­to fem­mi­na, feri­ta e par­al­iz­za­ta agli arti infe­ri­ori. Da lì si è subito atti­va­ta la ricer­ca del WWF per ver­i­fi­care la pre­sen­za di altri esem­plari nel­la zona del ritrova­men­to: il risul­ta­to è sta­to sor­pren­dente, per­ché sono state scop­erte ben due popo­lazioni di Tri­tone, quel­lo cresta­to e quel­lo pun­teggia­to.

“Un ritrova­men­to eccezionale dal pun­to di vista sci­en­tifi­co – spie­ga Zanol­lo — per­ché i Tri­toni non era­no mai sta­ti indi­vid­uati ne seg­nalati nell’area garde­sana, nem­meno nell’entroterra. Esem­plari uni­ci, con livree molto rare per la specie”.

Subito dopo questo grande even­to è sta­to avvisato il noto erpetol­o­go e con­sulente sci­en­tifi­co di WWF Vin­cen­zo Fer­ri che ha subito cer­ti­fi­ca­to l’importanza del­la scop­er­ta.

“Fer­ri ci ha spie­ga­to – pros­egue Zanol­lo – che negli anni ’90 il Tri­tone Cresta­to si trova­va in 20 local­ità nel bres­ciano, men­tre oggi è pre­sente soltan­to in un sito. Gius­to per far capire la perdi­ta di bio­di­ver­sità rispet­to al pas­sato recente. Con la con­sulen­za e super­vi­sione di Vin­cen­zo Fer­ri e la sua col­lab­o­ra­trice ricer­ca­trice Crhis­tiana Soc­ci­ni, insieme ai soci di Airone Rosso abbi­amo poi recu­per­a­to i Tri­toni che era­no in peri­co­lo, li abbi­amo por­tati nel mon­u­men­to nat­u­rale dell’Oasi San Francesco e abbi­amo cre­ato uno stag­no, loro habi­tat nat­u­rale, in cui inserir­li in modo provvi­so­rio per lo stu­dio, l’osservazione e per la loro ripro­duzione. Li abbi­amo sche­dati uno a uno e man­tenu­ti sot­to con­trol­lo e oggi abbi­amo un sito erpeto­logi­co di impor­tan­za enorme per l’intera pia­nu­ra lom­bar­da, gra­zie anche al sosteg­no del Comune di Desen­zano”.

“Già da tem­po vol­e­va­mo real­iz­zare uno stag­no per il mon­i­tor­ag­gio degli anfibi pre­sen­ti nel­l’area — dice Fabio Grav­el­lone, seg­re­tario di Airone Rosso — e ques­ta emer­gen­za è sta­ta un’ottima occa­sione per dotare l’Oasi di una strut­tura impor­tante.”

 

COMUNE E REGIONE.

Di fronte a questi fat­ti, il Comune, si è atti­va­to per la ricer­ca di fon­di per la tutela e la sal­va­guardia di queste due specie di Tri­toni all’interno dell’Oasi. Da subito ha mes­so a dis­po­sizione 3mila euro a fon­do per­du­to, ma soprat­tut­to ha inser­i­to il prog­et­to all’interno del ban­do “Pro­gram­ma regionale per inter­ven­ti ter­ri­to­ri­ali a sal­va­guardia del­la bio­di­ver­sità — Life Gestire 2020”, otte­nen­do il 100% del finanzi­a­men­to richiesto, ovvero 15.000 euro, por­tan­do la cifra com­p­lessi­va a 18.000 euro.

“Devo fare un enorme ringrazi­a­men­to a tutte le par­ti in causa: il WWF Berg­amo Bres­cia, l’Airone Rosso, la prog­et­tista Elisa Car­tu­ran e che ci ha per­me­s­so di avere oggi ques­ta mer­av­igliosa area ded­i­ca­ta ai Tri­toni. Cre­do che sia un priv­i­le­gio avere un sito di ques­ta impor­tan­za sul ter­ri­to­rio, ma anche una respon­s­abil­ità che, assieme a questi eccel­len­ti pro­fes­sion­isti, abbi­amo accetta­to con orgoglio”.

IL PROGETTO.

La prog­et­tista Elisa Car­tu­ran spie­ga come è sta­to imposta­ta la zona ris­er­va­ta ai Tri­toni: “All’interno del ter­ri­to­rio dell’area pro­tet­ta è sta­ta real­iz­za­ta a rego­la d’arte una poz­za vera e pro­pria e rese sta­bili tre pic­cole pozzette che si svilup­pano seguen­do il pic­co­lo canale inter­no che costeggia la recinzione Sud dell’Oasi. Tale canale e le pozze por­tano acqua sola­mente nei peri­o­di di abbon­dan­ti e intense pre­cip­i­tazioni. Una vol­ta real­iz­za­ta la poz­za, era nec­es­sario garan­tire la ripro­duzione in sicurez­za ad una pic­co­la popo­lazione di anfibi, come quel­la di questi tri­toni, ed abbi­amo quin­di delim­i­ta­to l’area met­ten­dola in sicurez­za e recin­tan­dola.

All’interno del perimetro recin­ta­to sono sta­ti allesti­ti rifu­gi per lo sver­na­men­to e col­lo­cati mate­ri­ali diver­si, appe­na appog­giati al suo­lo e facil­mente rimovi­bili, dove saran­no peri­odica­mente ricer­cati sia gli anfibi che i pos­si­bili preda­tori comunque infil­trati. Per quan­to riguar­da la dife­sa supe­ri­ore, in spe­cial modo dall’avifauna poten­ziale pre­da­trice, è risul­ta­ta effi­cace la posa di una rete anti-uccel­li che ha ricop­er­to tut­ta la super­fi­cie, las­cian­do però all’interno un adegua­to spazio per accedere per i con­trol­li e la manuten­zione”.

Nelle foto di LDP due dei 25 esem­plari cen­si­ti all’in­ter­no del­la poz­za (stag­no) pro­tet­ta.

 

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