giovedì, Aprile 25, 2024
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Denuncia alla commissione Ue: «Il progetto dei supertreni vìola principi di amministrazione e concorrenza». Audizione a Bruxelles per sindaci del Veneto e ingegnere dei comitati civici

In Europa la protesta anti-Tav

Approdano a Bruxelles le perplessità sul progetto dei treni ad alta velocità (Tav); Erasmo Venosi, ingegnere consulente dei Comuni e dei comitati sorti contro il tracciato Milano-Venezia dei supertreni, è stato ascoltato dai tecnici delle direzioni generali della Commissione europea per i mercati interni, la concorrenza, l’ambiente e i trasporti. Con l’ingegnere c’era a illustrare le critiche al progetto anche il sindaco di Grisignano (Vicenza), presidente della conferenza permanente dei sindaci; assente, invece, Flavio Bonometti, primo cittadino di Sona, che doveva rappresentare l’Ovest Veronese. Spiega Venosi: «Abbiamo sottoposto alle commissioni europee competenti le ragioni che riteniamo evidenzino il contrasto tra quanto stabilito dal diritto comunitario e dalla legislazione interna. La legislazione», spiega l’ingegnere, «con la legge obiettivo, procedura adottata dal governo italiano per la Tav, elimina momenti di controllo essenziali nel caso di interventi strutturali così importanti e incisivi per il territorio». Tre i principi violati, hanno insistito i rappresentanti di Comuni e comitati: «Non si rispetta il principio di sussidiarietà», per cui lo Stato interviene solo dove Regioni e Comuni non ce la fanno, «perché le amministrazioni comunali non possono dialogare su questo progetto», portesta Venosi. «Negato anche il principio di partecipazione, perché la legge obiettivo consente di non rendere pubbliche le valutazioni di impatto ambientale fatte dalla commissione e, di conseguenza, i cittadini non possono impugnarle». «Viene meno, inoltre», conclude l’ingegnere, «anche il principio dell’integrazione, nel senso che non è data concreta possibilità di integrare le politiche di settore con quelle per uno sviluppo sostenibile del territorio». I principi di sussidiarietà e di integrazione sono previsti dal Trattato dell’Unione Europea mentre quello di partecipazione fa parte di quelli sanciti nella Conferenza di Rio sulla sostenibilità dello sviluppo. «Portare avanti un progetto», sottolinea l’ingegnere, «senza rispettare queste regole, perché tali sono visto che sono state scritte, pone le stesse in contrasto con la legislazione che sostiene il progetto stesso». Ma vi è un altro punto che è stato portato in evidenza ai tecnici delle commissioni europee. «Riguarda la figura del general contractor», l’appaltatore unico, «che nel caso della tratta Milano-Verona è il consorzio Cepav 2, il cui ruolo altera i principi base della concorrenza. Di fatto», sostiene Venosi, «il general contractor si sostituisce in tutto e per tutto al soggetto pubblico in tutte le sue funzioni, inclusa quella degli espropri. Ma questo consorzio è stato scelto senza gara d’appalto; visto che l’opera in questione è finanziata pubblicamente, la presenza di un general contractor scelto senza gara richiederebbe quanto meno momenti di controllo e verifica che, invece, mancano. Non ci sembra affatto confacente a quanto previsto in termini di concorrenza del mercato». L’incontro con i funzionari europei è stato completato con la consegna della documentazione relativa a queste istruttorie oltre a quella sui vari ricorsi presentati dai Comuni – su questo è attesa entro fine mese la sentenza al Tar del Lazio – e dai comitati civici sorti contro il progetto Alta velocità. «Ora non ci resta che attendere l’esito anche di questo incontro», conclude Venosi, «al quale ha fatto seguito una conferenza stampa durante la quale anche il presidente del comitato permanente dei sindaci ha ricordato che nessuno è contrario al progresso o alla creazione di nuove infrastrutture se queste devono sostenere la crescita e lo sviluppo del Paese. Ma in quella sede è stato ribadito che i Comuni, proprio per il loro ruolo di primi responsabili della salute pubblica del territorio di competenza e dei cittadini che lo abitano, vogliono poter essere attori partecipi dei progetti che li riguardano, specialmente quando si tratta di interventi di così grande rilevanza; è il solo modo che hanno per cercare di garantire al meglio l’equilibrio tra esigenze della collettività, dei singoli e dell’ambiente che è patrimonio di tutti».

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