giovedì, Aprile 25, 2024
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Selezionati i concorrenti privati. Le offerte economiche tra 90 giorni, la scelta entro fine anno

In gara «sette sorelle» per gestire l’ospedale.

Sono rimaste «sette sorelle» a contendersi la gestione dell’ospedale di Malcesine. Ad annunciarlo ufficialmente è stato ieri il direttore sanitario dell’Ulss 22, Ennio Cardone. Per conto del direttore generale, Renato Piccoli, Cardone, ha illustrato quante e quali siano le aspiranti partner di minoranza della società che dovrà gestire per i prossimi tre o sei anni il centro sanitario. «Il 10 gennaio scorso», ha detto il dottor Cardone, «era stato pubblicato il bando che porterà a selezionare il privato cui andrà il 49% delle quote della costituenda società mista pubblico-privata per la sperimentazione gestionale dell’ospedale». Il bando infatti, che si riferiva alle delibere regionali del 2003 e del dicembre 2005, aveva confermato in 90 i posti letto accreditati dalla Regione, oltre ad ulteriori 40 autorizzati ma non accreditati, oltre a un punto di primo intervento, poliambulatori e riabilitazione neurofisiologica. Dei 90 posti letto, 35 sono destinati alla riabilitazione di pazienti poliomielitici che risiedano fuori Veneto, 20 per poliomielitici veneti e 25 per riabilitazione ortopedica di carattere generale. I rimanenti 10 posti letto sono appannaggio invece, in egual misura, di un day hospital di chirurgia ortopedica generale e di uno di chirurgia ortopedica per poliomielitici. «Una commissione dell’Ulss ha valutato le nove ditte che avevano aderito al bando», ha proseguito Cardone. «Di queste, sette sono le ammesse mentre due sono le escluse per mancanza dei requisiti richiesti». La delibera numero 237 del 30 marzo della direzione generale ora ha delineato definitivamente le concorrenti. E sono: la Kcs Caregiver di Bergamo, l’Istituto Prosperius Spa e l’Istituto Prosperius Tiberino Spa di Firenze, il raggruppamento temporaneo di imprese Casa di Cura Pederzoli Spa di Peschiera e Casa di Cura San Francesco di Verona, l’ospedale San Pellegrino di Castiglione delle Stiviere (Mn) con Ospedale civile di Volta Mantovana, il Gruppo Segesta di Verona, la Generale De Santè Italia di Milano e infine la Fondazione Opera Immacolata Concezione Onlus di Padova. Escluse invece la Prosperius Srl di Firenze, società evidentemente collegata in qualche modo a quella ammessa, e la Fondazione Ge.si.s di Arco di Trento. «Il numero totale e la qualità di alcune di queste società», ha proseguito Cardone «ci fanno ben sperare: ci sono garanzie per una buona riuscita della sperimentazione gestionale». Ora le sette “sorelle” avranno 90 giorni di tempo per presentare le offerte economiche e i progetti, da sviluppare in accordo con quanto previsto dalla programmazione regionale per Malcesine. Entro il 3 luglio tutte le documentazioni dovranno arrivare a Villa Spinola. «In autunno», ha pronosticato il direttore sanitario, «o al massimo entro la fine dell’anno, sarà scelto il partner dell’Ulss 22 tra queste sette». Soddisfatto per l’esito della prima fase del bando anche il presidente dell’Aidm onlus, l’associazione interregionale del disabili che, da anni, si batte tenacemente per la salvaguardia dell’ospedale. «Sette ditte» ha detto Roberto Bassi «dovrebbero dare garanzie adeguate». «Dev’essere però chiaro da subito a chi gestirà», ha però voluto anche puntualizzare il presidente «che a Malcesine alcuni servizi quali il punto di primo intervento, gli ambulatori e l’ortopedia devono essere potenziati. Stiamo infatti lavorando per portare qui il Centro di riferimento nazionale per la cura e lo studio degli esiti della poliomielite. «Questa istituzione, per cui già abbiamo parlato con il ministro della salute ed abbiamo il placet di massima dell’assessore regionale alla sanità, Flavio Tosi, non può essere una “cattedrale nel deserto”. Cioè un ospedale con questa vocazione ortopedico-riabilitativa anche per i poliomielitici, l’unica struttura rimasta oggi in Italia, non può prescindere da una divisione di ortopedia di alto livello, che il gestore privato deve assolutamente prevedere di portare». Messaggio forte e chiaro raccolto con cautela da parte di Ennio Cardone. «La programmazione dell’ Ulss», ha detto il direttore sanitario, «dev’essere adeguata alla programmazione regionale, ma ovviamente consona alle richieste del territorio. Questa esigenza andrà quindi ribadita alle società concorrenti, perchè prevedano ed inseriscano nei loro progetti risposte a questa esigenza».

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