venerdì, Aprile 19, 2024
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Presentato il centro ripopolamento ittico: servirà ben 30 mila pescatori. Sorgerà al Vò, costo 800 mila euro

Incubatoio pronto fra un anno

Il nuovo incubatoio provinciale non è più un miraggio: sorgerà a Desenzano, nella zona di Punta del Vò e diverrà un vero fiore all’occhiello per una provincia che vanta un patrimonio ambientale di assoluta rilevanza e si caratterizza per la grande passione per la pesca, a cui è vocata per la presenza di tre grandi laghi, accompagnati da una miriade di altri laghetti e per la presenza di fiumi e corsi d’acqua, tradizionali mète che ogni anno richiamano pescatori provenienti da diverse province. Sono oltre 30 mila i bresciani in possesso della licenza, tra pescatori di professione (pochissimi) e sportivi (la massa). Un esercito che deve poter contare su una fauna ittica abbondante. Ecco allora la scelta di realizzare un moderno incubatoio. Una delle attività volte alla tutela e alla promozione della pesca è sicuramente il ripopolamento, ed è sotto questo profilo che la Provincia di Brescia si è attivata con il comune di Desenzano per portare a termine il disegno del nuovo incubatore ittico provinciale. Attualmente nel Bresciano sono in funzione due incubatori nella zona del basso lago di Iseo, uno a Clusane e l’altro a Corte Franca (è stato acquistato recentemente, in attesa della costruzione del nuovo incubatore gardesano). Ieri, durante la conferenza stampa, tenutasi a Palazzo Broletto, è stato presentato il progetto in opera, per la cui realizzazione – in tempi rapidi – è previsto uno stanziamento di circa 547 mila euro, oltre alle somme già a disposizione (in tutto circa 800 mila euro). La ditta incaricata dei lavori, che si prevede termineranno nel settembre 2003, è la «Barbiroli Giulio srl» di Lonato, mentre il direttore e progettista è l’ing. Roberto Rezzola. Il nuovo incubatoio andrà a sostituire quello attuale di Peschiera e sorgerà su un’area di 765 metri quadri. L’edificio verrà costruito su un unico livello seminterrato, fronte lago, e andrà ad insidiarsi in una zona ad alto valore ambientale; ecco perché Comune e Provincia hanno voluto minimizzare al massimo l’impatto della costruzione, soprattutto dal punto di vista del paesaggio. «È un opera – ha commentato il presidente della Provincia, Alberto Cavalli – che si qualificherà per la sua dimensione e per le sue capacità di produzione ittica, e che servirà a riportare sul Garda un incubatoio che in passato era stato gestito in forma coordinata con la Provincia di Verona. «Con questo tipo di intervento, da un lato si mette in evidenza come la Provincia sia intenzionata a costruire le infrastrutture necessarie a garantire una sempre migliore attività legata alla pesca, dall’altro intende anche accrescerla, stimolarla, promuoverla ma anche controllarla. Una attività che vogliamo estendere anche alle giovani generazioni. Per questo è necessario il contributo delle scuole». La Provincia di Brescia – pressoché unico esempio a livello regionale per durata, importanza degli interventi programmati, risorse impiegate e risultati ottenuti, grazie anche all’esperienza ormai ventennale raggiunta in questo settore – da tempo si è accorta della necessità di intervenire a sostegno e potenziamento della fauna ittica, in particolare per le specie autoctone come il temolo e le trote. La riproduzione artificiale a scopo di ripopolamento dei bacini lacustri è intesa come quella serie di operazioni – dalla spremitura alla fecondazione, alla raccolta di uova, alla stabulazione, accrescimento, immissione – finalizzata a produrre pesci di alta qualità, mantenendo intatti i caratteri propri che le specie ittiche hanno nel loro ambiente naturale, nella fattispecie del lago di Garda. Oggi, rispetto al passato, oltre a cercare di garantire una produzione importante per qualità e quantità, si rende necessario anche diversificare la produzione, attraverso nuove sperimentazioni che possano, di volta in volta, sostenere la riproduzione artificiale di specie a rischio di sfoltimento. L’incubatoio di Desenzano risponderà ampiamente a questi requisiti perché, oltre ad essere stato progettato per diventare un importante centro di produzione, lo sarà anche in termini di ricerca e sperimentazione, garantendo il ciclo riproduttivo di salmonidi come le trote, di specie come lucci e persici reali e di ciprinidi come tinche e carpe. L’impianto sarà inoltre dotato di un adeguata strumentazione per la raccolta dati e per i necessari controlli sull’acqua di allevamento. Una presenza, dunque, significativa su un territorio dove l’attività della pesca professionale e il suo l’indotto, turismo e ristorazione, rivestono un ruolo importante per l’economia gardesana. «Per il futuro – ha concluso l’assessore provinciale alla Pesca, Alessandro Sala – prevediamo di instaurare un grande rapporto con l’Istituto Zooprofilattico, perché ci possa essere un controllo costante delle condizioni sanitarie dell’ittiofauna. In più dovremo iniziare la pratica di accreditamento della struttura. Tutto ciò però non potrà avvenire se non con il coinvolgimento delle associazioni dei pescatori di professione e dilettanti. E in questo contesto, infine, le province di Trento e Verona non potranno non essere interessate ai progetti che ruotano intorno a questo incubatoio». Alla presentazione sono intervenuti anche l’assessore provinciale ai Lavori pubblici, Mauro Parolini (che è desenzanese), il sindaco di Desenzano Fiorenzo Pienazza e Marco Cavallaro, presidente dell’Associazione pescatori professionisti.

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