sabato, Aprile 20, 2024
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L'umidità è sparita: salvo il monumento barocco dalle infiltrazioni d'acqua

Incuria miliardaria? No, prudenza e risultati

Gli Amici della Terra rischiano d’aver fatto… un buco nell’acqua, almeno per quel che riguarda il sospetto di incuria e di sprechi miliardari consumati negli anni a spese dell’Inviolata avanzato recentemente dal presidente Paolo Barbagli. Le precisazioni arrivano dall’architetto Gianmaria Campetti che per conto della parrocchia di santa Maria Assunta ed in collaborazione prima con la Sovrintendenza di Verona e poi con i Beni culturali della provincia segue il restauro del monumento.L’architetto Campetti porta due novità importanti nel recupero del secentesco monumento costruito da Cristoforo Madruzzo, il cui stato di degrado è peggiorato drammaticamente negli anni intorno all’ ’80 quando la preoccupazione principale era quella del titolo di proprietà dell’immobile e dell’annesso carico di oneri missari: mentre gli esperti filosofeggiavano, dal tetto disastrato la pioggia ruscellava all’interno cancellando gli affreschi; e l’asfalto, improvvidamente steso su tutte le vie intorno alla chiesa contribuiva a convogliare addosso alle fondazioni quantità impressionanti d’acqua. Dopo anni di studi (il primo rilievo critico dell’Inviolata risale al 1988, il primo progetto generale rimasto allo stato di proposta per mancanza di fondi, segue di due anni), la svolta è arrivata da due studi costati 25 milioni l’uno e pagtati interamente con fondi della parrocchia. La Geoconsult di Milano ha rilevato per quattro stagioni, e quindi 12 mesi, le vie dell’umidità e lo studio Rosanò e Cornale di Padova ha analizzato, secondo le più moderne tecniche d’indagine, i materiali impiegati (in questa fase è venuto fuori ad esempio, che verso la fine dell’Ottocento qualcuno di cui non è rimasta traccia ha provveduto a dare una buona mano di intonaco di cemento sull’esterno dell’ottagono absidale). Dagli studi è derivata la decisione di scavare il cunicolo tutt’intorno al perimetro esterno: ma che fosse continuo e non, come si sono accontentati nel secolo scorso, interrompendo la trincea il corrispondenza delle porte. L’altro asso nella manica s’è rivelato un camino dentro il campanile, semplice come l’uovo di Colombo, anche se dimensionato in base a studi e tecniche raffinate. La conduttura sale ad una ventina di metri ed assicura sempre un effetto tiraggio all’aria contenuta nel cunicolo sotterraneo. I mesi di rilevamenti effettuati per conto della provincia dall’architetto Adamoli che s’è trovato ad ereditare la chiesa dalla Sovrintendenza di Verona ed ha preteso (a ragione) un controllo diretto, hanno consentito di concludere che il problema dei muri perimetrali è risolto. In più è stato applicato un sistema Acco, germanico e sperimentato da dieci anni a Bolzano, che consiste nell’inversione della polarità nella base delle muraglie. In pratica l’acqua, invece che risalire, viene spinta in basso, nella direzione contraria. Per quanto riguarda il pavimento (fatto con pietre di cinque tipi diversi, fra cui un pregiatissimo nero di Ragoli), ed alla luce dei risultati appena acquisiti dalle misurazioni, l’architetto Canmpetti ritiene che non si debba toccare. Solo la parte centrale circolare, verrà rimossa per scavare una camera d’aria da collegare attraverso condotti scavati sotto il pavimento con una speciale trivella, al cunicolo esterno perimetrale. A seguire il restauro degli affreschi dal tamburo in giù: quelli della cupola sono già stati recuperati fra il ’90 ed il ’93.

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