Meneghelli: «La dieta a base di mosto e succo d’uva non tirava più»

Ingarda sopprime la Traubenkur. Dopo 35 anni sparisce un classico autunnale Marchi: «Si rischiava il ritrovo da pensionati»

22/09/2009 in Manifestazioni
Di Luca Delpozzo
Luca Zanin

Se una mela al giorno toglie il medico di torno, è scien­za asso­da­ta anche il bene che fa il suc­co d’uva. Traubenkur o ampeloter­apia che la si voglia dire, la cura a base di mosto e spremi­tu­ra degli aci­ni maturi ha sto­ria e tradizione. Ebbene, ora Ingar­da l’ha can­cel­la­ta. Dopo cir­ca trentac­inque anni di autun­ni salu­tari, l’azienda di pro­mozione tur­is­ti­ca altog­a­rde­sana ha sop­pres­so di net­to ques­ta orig­i­nale pro­pos­ta dal bou­quet delle sue inizia­tive pro­mozion­ali e tur­is­tiche d’autunno. Appe­na l’anno scor­so, s’era ten­ta­to e annun­ci­a­to un rilan­cio appar­ente­mente con­vin­to, col­le­gan­do la quindi­ci giorni di bevute depu­ran­ti con il pro­gram­ma e gli intrat­ten­i­men­ti mes­si in pie­di dal Comi­ta­to usi e cos­tu­mi di Albi­no Marchi (ex Gran Carnevale). Era dunque ritor­na­ta la som­min­is­trazione di suc­co sul­la veran­da del Cas­inò munic­i­pale, ma anche il ciclo cura­ti­vo offer­to ai cli­en­ti di diver­si hotel ader­en­ti. Si era­no mobil­i­tate le piazze di Arco e Riva e il por­tic­ci­o­lo di Tor­bole, s’era inven­ta­to un Vino­va­gan­do tra le can­tine locali, cre­a­ta insom­ma una Trauben­fest che cer­ca­va di rispolver­are e rin­verdire i fasti pas­sati di ques­ta sin­go­lare prat­i­ca tra il rito e la med­i­c­i­na. Enio Meneghel­li, pres­i­dente di Ingar­da, con­fer­ma che l’azienda ha deciso di soprassedere per la pri­ma vol­ta alla Traubenkur di set­tem­bre: «Chi­ami­amo­la pausa di rif­les­sione, oppure cam­bio di rot­ta. La ver­ità — spie­ga — è che gli affezionati prat­i­can­ti di ques­ta cura, atti­rati con pac­chet­ti vacan­za di due o tre giorni, man­i­fes­ta­vano da qualche anno un pro­gres­si­vo e inar­resta­bile calo d’attenzione, per cui con la nos­tra diret­trice e con la respon­s­abile mar­ket­ing abbi­amo deciso di fare altro. Non fare­mo sparire l’uva dai nos­tri pro­gram­mi d’inizio autun­no, ma aggancer­e­mo l’epoca del­la ad altre pro­poste, legate ai del­la nos­tra ter­ra e di questo peri­o­do dell’anno». La diret­trice Maraschin con­fer­ma che la Traubenkur non tira­va più: «Un mese fa abbi­amo fat­to un ulti­mo appel­lo e sondag­gio tra gli oper­a­tori alberghieri del­la zona, sen­za ottenere risposte e seg­nali d’interesse. Eppure ave­va­mo seg­nala­to che l’Agraria di Riva era sem­pre pronta e disponi­bile a fornire il mosto fres­co, mate­ria pri­ma per la dieta in ques­tione. Abbi­amo las­ci­a­to perdere e ora pen­si­amo a un autun­no dei sapori locali: Arco Asbur­gi­ca sta pro­po­nen­do la carne sal­a­da, a metà otto­bre c’è la con­sol­i­da­ta fes­ta dei mar­roni di Pran­zo, già dura da un po’ l’iniziativa Olivi a con­fron­to, che val­oriz­za la pro­duzione di qual­ità dell’olio altog­a­rde­sano. La nuo­va rot­ta, per noi, è ques­ta». De pro­fundis insom­ma sul rit­uale ormai anti­co del suc­co d’uva dis­tribuito all’esterno del cas­inò arcense, nel tepore godi­bilis­si­mo del sole set­tem­bri­no di Arco. Albi­no Marchi, che con Ingar­da col­lab­o­ra sul fronte delle pro­poste di set­tem­bre, dice pane al pane: «Anno dopo anno, si sta­va scivolan­do in effet­ti ver­so una specie di ritro­vo per pen­sion­ati. Soprat­tut­to, alla Traubenkur non cre­de­vano più gli oper­a­tori tur­is­ti­ci. E quan­do a un even­to non si crede, in effet­ti è meglio las­cia­r­lo perdere e guardare ad altro». Non risul­ta che la Traubenkur soprav­vi­va in qualche alber­go altog­a­rde­sano, ma c’è da credere in un ritorno di fiamma. Pri­ma o poi, qual­cuno proverà senz’altro a rimet­tere in cam­po la dieta dell’uva, mag­a­ri offren­dola come esclu­si­va del pro­prio eser­cizio. Sarebbe un pec­ca­to che di una tradizione così rad­i­ca­ta non restasse pro­prio nul­la.

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