venerdì, Marzo 29, 2024
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Una proposta lanciata di Iva Berasi è stata accolta con favore dagli operatori: per la salute del Garda questo e altro. Gli hotel rivani potrebbero convertirsi ai detersivi biodegradabili

Inizia dagli alberghi la guerra ai fosfati

Utilizzare detersivi biodegradabili al cento per cento per limitare ulteriormente la quantità di fosfati che dagli scarichi arrivano ai depuratori e poi finiscono nel Garda? Gli albergatori non hanno nulla in contrario, anzi ben venga se questo può migliorare lo stato di salute del lago.Per ora è solo un’ipotesi che l’assessore provinciale all’ambiente Iva Berasi ha ventilato ai rappresentanti degli operatori. Trovandoli disponibili, non ha perso tempo ed insieme hanno abbozzato un’intesa che comporta l’esecuzione di uno studio finalizzato a mappare la situazione e successivamente ad organizzare e favorire la «conversione» ecologica degli albergatori rivani. Il loro presidente, Enzo Bassetti, ci tiene a sottolineare che la sensibilità ambientale della categoria è andata evolvendosi e non certo (o perlomeno non solo) per ragioni puramente ideologiche. «Se non ci impegnamo in prima persona noi albergatori – spiega Bassetti – che grazie al Garda viviamo, chi dovrebbe farlo? Ci interessano davvero tutte le iniziative volte a salvaguardare il lago e l’ambiente che lo circonda, prova ne sia la nostra piena collaborazione alla raccolta dell’umido avviata in via sperimentale dal Comune. Con l’assessore Berasi, alla quale, tra l’altro, abbiamo dedicato un’intervista sull’ultimo numero del giornalino d’informazione dell’Unione, abbiamo inoltre avviato un dialogo che fino ad ora non c’era mai stato».Quanto all’uso dei detersivi biodegradabili, Bassetti crede che non sussistano ostacoli particolari. Ma c’è un però: «Potremmo utilizzarli per il lavaggio delle stoviglie e nelle pulizie, ma per quanto riguarda la biancheria – tavagliato, lenzuola, federe, copriletti, asciugamani eccetera – non possiamo far niente: non c’è nessuno che si occupa direttamente del loro lavaggio, è tutta roba che viene trattata dalle lavanderie industriali di Verona, Bolzano…Ed è per la biancheria che si impiegano le quantità maggiori di prodotti detergenti».Va detto, a questo punto, che a monte della proposta lanciata da Iva Berasi non ci sono livelli preoccupanti di inquinamento del lago. Tutt’altro. Le analisi biochimiche sulle acque scaricate a lago a fine lavorazione dai depuratori (quelli di porto s.Nicolò, dell’Arena e del Linfano) attestano che i fosfati (le sostanze di cui si nutrono le alghe, tra cui l’anabaena che salendo in superficie rovina l’aspetto del Garda) sono presenti in concentrazione più bassa rispetto a quella fissata dalle norme europee. Ma visto, per l’appunto, che le alghe crescono comunque vigorose, un ulteriore abbassamento dei livelli di fosfati non può che fare bene. Certo, e questo lo dice l’assessore provinciale, che se il problema viene affrontato solo sulla sponda trentina e non su quella veneta e bresciana, lo sforzo potrebbe dare soddisfazioni inferiori alle aspettative.

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