Giorgio Tedoldi, Caposquadra dei vigili del fuoco di Castiglione, lancia un appello a dir poco pionieristico: riorganizzare il sistema del soccorso dell’area castiglionese, e creare una zona operativa di circa 15 km di raggio che comprenda anche i comuni al di fuori della provincia di Mantova. «Interveniamo già fuori dai confini del mantovano – afferma Tedoldi – ma è necessario normalizzare la situazione, inserire cioè i vigili di Castiglione nella lista delle squadre a disposizione della centrale operativa di Brescia». I motivi sono di ordine pratico, fondamentali in una situazione d’emergenza. Per fare un esempio, nella frazione lonatese di Esenta la squadra di Castiglione può arrivare prima di chiunque altro. E qui, qualche sassolino dalla scarpa Tedoldi se lo vuol levare. «Non vogliamo fare polemiche – dice -, ma alcune osservazioni fatte in questi giorni ci sono apparse un po’ pesanti. Possiamo intervenire a Desenzano entro un lasso di tempo di circa dieci minuti, quando il tempo massimo fissato dal ministero dell’interno è di 20 minuti. Non ci sono mai state attese letali per i nostri soccorsi». Riguardo al nuovo distaccamento di Desenzano, i vigili di Castiglione esprimono un parere positivo: «più siamo, meglio è. Ma resta fondamentale migliorare il coordinamento delle squadre. Qui ci sono più mezzi che uomini». In sintesi, mentre a Rivoltella chiedono rinforzi, nella città mantovana esiste una squadra dotata di un parco mezzi notevole e spesso inutilizzato, comprendente un’autoscala di 25 metri, un’autobotte acquistata nel ’97, una seconda autobotte di piccole dimensioni (come quella richiesta dal distaccamento di Desenzano) utile per l’intervento nei centri storici e in caso di incidenti stradali, e una terza dalla capacità di 8000 litri. In aggiunta, un «modulo antincendio boschivo», agile e adatto all’azione in collina. Insomma le premesse per allargare l’orizzonte operativo dei castiglionesi ci sarebbero tutte. Infine, Tedoldi lancia un’ultima proposta, affermando che «non sarebbe una brutta idea unire il nostro distaccamento a quello di Desenzano. Creare una zona d’influenza comune rappresenterebbe una novità assoluta in Italia».
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