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Taglio del nastro, questa mattina alle 11, per la nuova facciata con dedicazione ufficiale del servizio al fondatore Mario Ferrari, ricordato da molti con stima, riconoscenza e affetto

Intitolata al Prof. Mario Ferrari la biblioteca di Sirmione

Cerimonia emozionante e molto partecipata, questa mattina (sabato 7 maggio) a Sirmione, per l’intitolazione della Biblioteca civica al prof. Mario Ferrari (1913 – 1981), tra i fondatori del servizio bibliotecario agli inizi degli anni ’60. Nativo di Reggio Emilia e sirmionese d’adozione, è stato uomo di cultura innamorato di Sirmione, molto vicino ai giovani, amato e ricordati da tutti. La sua bottega era punto di riferimento per giovani e adulti, che qui – come ha evidenziato il sindaco Alessandro Mattinzoli nel suo intervento – «respiravano aria di libertà». Ed è proprio questo l’insegnamento che il prof. Ferrari ha lasciato alla sua comunità: «La vera cultura è libertà».

All’entrata dello stabile di via Alfieri una targa esprime la gratitudine dei sirmionesi e dell’amministrazione comunale che lo ha voluto ricordare e ringraziare per il suo operato a Sirmione.

Con l’occasione, è stata presentata al pubblico anche la facciata rinnovata, con una grafica più moderna caratterizzata da tre fotografie in grande formato che ritraggono l’interno della biblioteca e sono un invito alla lettura, pannelli e nuove vetrine con alcune informazioni servizio. Davanti all’ingresso ora c’è anche un capiente box, per la restituzione 24 ore su 24 dei libri presi a prestito.

Alla cerimonia di intitolazione sono intervenuti il primo cittadino Alessandro Mattinzoli, gli assessori e consiglieri comunali, la presidente della biblioteca Anna Motta Forin, le bibliotecarie, i sacerdoti delle tre parrocchie di Sirmione e molti rappresentanti del mondo associativo. In prima fila la bibliotecaria Mariarosa, figlia del prof. Ferrari, e la signora Elsa Lizzeri che iniziò con lui l’avventura della biblioteca, prima come volontaria e poi come impiegata comunale.

Con sincera emozione, è tornato agli anni della sua giovinezza il sindaco Alessandro Mattinzoli nel suo intervento. «Mi ricordo quand’ero tredicenne e frequentavo la bottega del prof. Ferrari, un luogo magico, pieno di marionette, burattini e artigianato italiano di valore. Ma i suoi erano marionette e burattini senza fili, perché lui lasciava tutti liberi di muoversi e pensare, rispettoso com’era delle diversità». Bastava stare accanto a lui, anche in silenzio, per respirare sapere e senso di libertà. Mario Ferrari, ha rimarcato il sindaco, «era un personaggio dai principi forti e ha trasmesso a me e a molti giovani di allora una cultura libera e viva. Anche la sua famiglia era accogliente e generosa, come unico era il modo con cui Ferrari lasciava che i ragazzi si ritrovassero a casa sua a cantare e suonare».

Il prof. Ferrari, o “il barbetta” come lo chiamavano simpaticamente, apriva a tutti le porte del suo negozio; aiutò i giovani nella stesura del “Dialogo”, un giornale che dava voce ai ragazzi e li invitava a “dialogare” con i “grandi” del paese.

Sin da giovane Ferrari si era dedicato al prossimo, in particolare ai ragazzi. Subito dopo la guerra, aveva seguito la missione di don Carlo Gnocchi nell’assistenza ai bambini vittime di incidenti bellici. Era stato istruttore negli istituti di Parma e Bordighera, un’opera praticamente gratuita che svolse con grande dedizione tanto da rimanere nel cuore dei mutilatini. Un suo ex allievo, Carlo Inverardi, è intervenuto alla cerimonia di intitolazione per ricordare il suo maestro: «L’ho conosciuto nel 1949, ci ha accolto e fatto da psicologo, era un uomo di grande sapere, capace di qualunque materia, dalla matematica all’inglese, e di avvicinare alla cultura anche quelli come me, nati e cresciuti nella povertà».

Oltre a Mario Ferrari, nella mattinata sirmionese, non poteva mancare il ricordo a Mario Arduino, altro personaggio stimato che ha lasciato il segno: ex sindaco di Sirmione, scrittore, giornalista, poeta e storico del Garda, che proprio la scorsa settimana ha terminato il suo viaggio terreno lasciando una grande eredità culturale e umana tra la gente della sua amata penisola.

Un ringraziamento, da parte del sindaco e dell’amministrazione comunale, è andato a tutti coloro che, in passato e nel presente, hanno guidato, collaborato e dedicato attività volontaria alla biblioteca facendola crescere e rendendola il luogo di riferimento accogliente e vivace che oggi rappresenta per i cittadini sirmionesi e non solo.

 

 

CHI ERA MARIO FERRARI? Nato il 4 marzo del 1913 a Reggio Emilia da mamma maestra e papà ragioniere, Mario Ferrari si diplomò presso il “vecchio” istituto Secchi di Reggio come ragioniere e a Bologna conseguì la laurea. Lavorò come giornalista ma, a un certo punto, decise di partire volontario per la guerra, prima a Pola e dopo in Africa come Alpino di artiglieria di montagna.

Alla fine della guerra fu attratto dalla missione intrapresa da don Carlo Gnocchi nell’assistere e accogliere i bimbi degli alpini caduti e le giovani vittime di incidenti bellici.

Divenne istitutore e insegnante negli istituti di Parma e Bordighera. Quella sua opera, praticamente gratuita, continuò per alcuni anni lasciando un perenne ricordo nel cuore dei mutilatini.

Nel 1956 un amico alpino, conosciuto in guerra, lo invitò a visitare la penisola di Sirmione. Fu amore a prima vista. Si innamorò del paese e della bella “Maria”, che vide passare davanti al negozio dell’amico in piazza Porto Valentino. Come tutte le donne di Sirmione, infatti, si recava a lì per fare il bucato al lago. I due si sposarono e “il Ferrari” diventò ufficialmente sirmionese.

Aprì un negozio di “artigianato italiano” e senza fatica fece conoscenza con i “sirmionesi”, con i quali iniziò un dialogo intenso. Fondò con alcuni sirmionesi “il comitato dei padri” per la delizia dei bambini, con feste, e giochi. Lavorano insieme e decidono del paese nella “commissione edilizia” per renderlo più bello. Nascerà anche grazie a loro “Sirmione fiorita”, deve i balconi si trasformarono in preziosi scorsi da ammirare.

Con questi amici sirmionesi pensò anche alla possibilità di creare una biblioteca, agli inizi degli anni ’60. L’apertura ufficiale arrivò nel 1967, inizialmente nei locali del castello. Aiutò i giovani nella stesura del “Dialogo”, giornale che dava voce ai ragazzi, che “dialogavano” con i “grandi” del paese. Da lui, il “dottore”, dal “barbetta”, come lo chiamavano con simpatia, si recavano in molti e il suo negozio fu un punto di incontro per molti, sirmionesi e non. Mario Ferrari concluse il suo viaggio terreno il 30 ottobre 1981.

 

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