martedì, Aprile 16, 2024
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La ricerca di una giovane studiosa di Maderno

Intitolazione contesa della chiesa. Rimane dedicata a Sant’Andrea

Francesca Stroppa, gardesana, laureata all’Università di Parma (relatore Arturo Carlo Quintavalla), ha svolto un’indagine sulla splendida chiesetta romanica di Maderno, del IX secolo, pubblicata nell’ultimo numero delle Memorie dell’Ateneo di Salò. La studiosa è intervenuta nella questione (emersa a livello di storiografia locale e di letteratura artistica, oggetto di interesse anche tra i fedeli) riguardante il nome attribuito all’edificio religioso: è dedicato a Sant’Andrea, come ritenuto dai più, o a San Giovanni Battista, come sostengono alcuni, che ricordano grandi festeggiamenti il 24 giugno?Per rispondere alla domanda, Francesca ha scartabellato le carte degli archivi. «Suppongo che la radice del problema irrisolto – afferma – si debba rintracciare nel periodo in cui fu edificata una nuova parrocchiale, sui resti del vecchio castello, dal momento che la vecchia era diventata troppo angusta per contenere la popolazione, in continua crescita». I lavori sono durati a lungo, dal 1742 fino alla consacrazione nel 1825. Costruita proprio all’inizio del lungolago, tenendo fede alle direttive di S. Carlo Borromeo (la cui ricorrenza è oggi, sabato), secondo le norme stabilite dal Concilio di Trento, venne dedicata a Sant’Andrea: lo stesso nome della chiesetta romanica, che dista un centinaio di metri, passata gradualmente in secondo piano e, nel 1853, in occasione della visita di Girolamo Verzeri, chiamata per la prima volta «San Giovanni Battista».Nelle tre visite del 1936, ’47 e ’58 monsignor Giacinto Tredici, citando l’edificio romanico, con le migliorie da apportare, e il confinante oratorio femminile, vale a dire l’ex battistero, parla di S.Giovanni. «Lo Stato del clero della diocesi di Brescia – spiega la Stroppa – la chiama così. Ho controllato le successive edizioni del XIX e XX secolo, e non è cambiato nulla, fino al 1997. Invece nei documenti degli arcipreti, dei fabbricieri, dei soprintendenti, dei ministeri e degli architetti, che richiesero aiuti per restaurare il tempio, il nome non emerge mai».Ma la gente non ha mai accettato il… Battista, continuando a preferire la denominazione del passato. Così nel 1998 alla bella costruzione romanica, classificata da tempo monumento nazionale, ma che per un certo periodo rischiò addirittura di essere abbattuta, è stato restituito il vecchio nome, con l’aggiunta di un semplice aggettivo: «S. Andrea monumentale», con buona pace di S. Giovanni, evidentemente non entrato nell’immaginario collettivo. E, quella grande? Si chiama «S. Andrea parrocchiale».

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