venerdì, Marzo 29, 2024
HomeAttualitàIstituto intitolato a Ceccato
Domani il «Battisti» verrà dedicato all’ex allievo schiantatosi per evitare di precipitare su una scolaresca. Sul giovane aviere pubblicato anche un libro scritto dai suoi docenti

Istituto intitolato a Ceccato

La scuola intitolata ad un allievo morto dieci anni fa. A Salò domani mattina alle 11, all’auditorium dell’Istituto tecnico «Battisti», si terrà cerimonia con cui la scuola verrà intitolata a Paolo Ceccato, allievo ufficiale pilota, medaglia d’oro al valore civile. Diplomatosi proprio al «Battisti», Ceccato è scomparso dieci anni fa, all’età di 22. Il 16 giugno 1994, in un normalissimo volo di addestramento nelle Puglie con il suo istruttore, tenente Umberto Oriolo, a bordo di un Aermacchi MB 339, come quelli usati dalle Frecce Tricolori. L’aereo ha cominciato a perdere quota e i due piloti per evitare di farlo schiantare su una scuola hanno evitato di farsi catapultare fuori dal velivo, cercando di evitare la tragedia e andando così a schiantarsi al suolo. «Via radio i colleghi ordinarono ai due di lanciarsi con il paracadute ? ricorda il pregevole opuscolo dei professori Piercarlo Belotti e Claudia Dalboni, stampato per ricordare l’accaduto -, lasciando andare l’aereo in caduta libera. Ma apparvero la scuola materna di Melpignano (Lecce), le maestre e i bambini intenti a giocare nel giardino. I due aviatori cercarono un improbabile atterraggio sul campo di calcio. Durante la disperata manovra, il carrello urtò il muro di cinta, e l’aereo finì schiantato al suolo, incendiandosi. Ai primi soccorritori apparvero i resti sparsi per centinaia di metri». Il colonnello Arturo Zandonà, comandante della scuola di volo di Galatina, spiegò che, in caso di guai, i piloti avrebbero dovuto dirigersi verso il mare o la campagna aperta, ma i due avevano di proposito deciso diversamente, poichè stavano cadendo sull’abitato. Il sindaco di Melpignano, Donato Plenteda, decise il lutto cittadino, «Ceccato e Oriolo hanno salvato numerose vite ? affermò -. Se solo per un attimo avessero pensato alle proprie famiglie, lanciandosi con il paracadute, l’aereo non si sarebbe schiantato sul campo sportivo. Il loro sacrificio è un dono immenso, un messaggio d’amore infinito, senza limiti di spazio e di tempo. La scuola materna è l’ultima struttura sorvolata e salvata dai due giovani”. Sul muro di cinta dello stadio una lapide ricorda quel gesto di grande solidarietà e umanità. I funerali di Paolo si svolsero il 20 giugno, nel Duomo di Salò. «Non c’è amico più grande di chi dà la propria vita per gli altri», disse il parroco, monsignor Francesco Andreis. Il sindaco di allora, Pino Mongiello: «Questo ragazzo ci ha messo fuori gioco, ponendoci di fronte alle nostre responsabilità, al dovere di fare delle scelte vere, senza equivoci». Mamma Angela, che nell’87 aveva già perso una figlia di 13 anni, Annamaria: «Non fatene un eroe. È un ruolo che non gli si addice, e di cui lui stesso si sarebbe schernito. Era un ragazzo come gli altri, un misto di entusiasmo e incertezza, determinazione e ingenuità. L’idea di volare e di poter scorazzare nei cieli lo affascinava». Nel luglio ’91 conseguì il diploma di geometra, e in agosto venne ammesso all’Accademia militare di Pozzuoli. Nel settembre ’93 ottenne il primo brevetto a Galatina e il 15 giugno ’94 quello completo di pilota militare. «Era molto felice ? prosegue la mamma -. Aveva raggiunto l’obiettivo desiderato, anche se non erano mancati i momenti di paura, e i dubbi sulla vita scelta. Diceva che gli sarebbe piaciuto fare l’elicotterista o entrare nella Protezione civile, pur restando nell’Aviazione come ufficiale di complemento». Poi lo schianto. «Non si può esprimere il vuoto lasciato dalla perdita di un affetto così forte e intenso ? conclude la signora Angela -. Solo il tempo e la fede religiosa mi hanno permesso di ritrovare la serenità perduta. Paolo era un giovane gentile, disponibile e carico di entusiasmo, affezionato alla natura e al suo lago». Ceccato ha ricevuto numerosi riconoscimenti: l’aquila turrita, la medaglia d’oro del comune di Salò e quella al valore civile della Repubblica italiana, sollecitata dal Ministro degli Interni Giorgio Napolitano, e consegnata nel marzo ’98 dal Presidente Oscar Luigi Scalfaro. Domani gli verrà intitolato l’auditorium. «Insieme abbiamo trascorso cinque anni ? ricordano Belotti e Dalboni, insegnanti di Paolo -. Raggiunto il diploma, ha sorpreso un po’ tutti nella scelta della carriera militare. Ma una tragica fatalità lo aspettava al varco. Ne è uscito l’uomo, ricco di altruismo, solidarietà, spirito di abnegazione e grande bontà. Il suo esempio rimarrà per sempre». Il sindaco Gianpiero Cipani: «Le parole non sono sufficienti per rendere pienamente il valore di un gesto estremo. E Salò si specchia in questo suo figlio, fedele (sino alla fine) all’ideale coltivato a lungo in silenzio e modestia».

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video