giovedì, Aprile 18, 2024
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Positive ieri le reazioni dei primi utenti assistiti dagli operatori del comune

Kanguro in funzione, la rivoluzione è iniziata

Forse molti ancora non se ne sono resi conto, ma quella iniziata ieri in centro storico è un’autentica rivoluzione. O più esattamente, si dimostrerà tale se i rivani risponderanno positivamente all’«input» del Comune. Il linguaggio informatico è appropriato, visto che stiamo parlando del «kanguro» ingoia-rifiuti computerizzato in funzione da ieri mattina in due punti della città: in piazza Garibaldi e in piazza Catena. Entrambe le postazioni sono presidiate (e lo saranno per un paio di setimane) da addetti comunali (obiettori di coscienza o operai del cantiere) che assistono l’utente nell’operazione di smaltimento dei rifiuti casalinghi differenziati: il kanguro «digerisce» separatamente carta, vetro, plastica e generico.Nel primo giorno di sperimentazione, la maggior parte delle persone che hanno utilizzato il nuovo sistema l’ha anche apprezzato. Forse perché in futuro, grazie ad esso, ognuno pagherà una tassa rifiuti in base al peso delle immondizie che ha effettivamente prodotto e smaltito, e non più in base ai metri quadrati della propria abitazione.In attesa che a ciascun residente del centro venga recapitata per posta la tessera magnetica personale (la distribuzione inizierà la prossima settimana), i kanguri sono azionati da quelle anonime del Comune. Inserita la tessera, l’utente seleziona il tipo di rifiuto da scaricare premendo uno dei tasti sulla colonnina. A quel punto, sotto i suoi piedi se si è recato alla postazione di piazza Garibaldi, dove il contenitore è stato interrato, o accanto alla colonnina stessa se è in piazza Catena (qui il cassone è esterno), si mette in moto il «tubo digerente» del kanguro, che raccolto il materiale buttato nella «bocca», lo schiaccia, lo compatta e lo trasferisce nello «stomaco». Ogni grande contenitore è composto da otto contenitori più piccoli da 800 litri ciascuno, pari a 4-5 dei tradizionali cassonetti. Quelli brutti, ingombranti e puzzolenti che sono destinati a sparire (sempre che la gente risponda bene) dagli angoli delle strade o delle piazze proprio grazie all’adozione dei kanguri. Per i quali il Comune di Riva, va pur detto, ha fatto un discreto investimento: ogni kanguro costa circa 75 milioni, ai quali ne vanno sommati altri 15 per le opere di interramento. Non saranno soldi buttati via, se si adeguerà al nuovo corso anche la signora (e tutte le persone che la pensano come lei) che ieri si è lamentata: «Non ho tempo – ha detto – di separare i rifiuti». In realtà non è questione di tempo, perché per mettere le bottiglie in un sacchetto, i giornali in un altro ed i flaconi di plastica in un altro ancora bastano pochissimi minuti, ma di pigrizia e di scarsa educazione.

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