Volontari al servizio di chi ha bisogno. Basta anche un’ora; i giovani rispondono con generosità
La banca del tempo aiuta i poveri gratis
Mettere a disposizione gratuitamente del tempo per soddisfare bisogni di altre persone: dal trasporto di anziani al potare una pianta, dal sostegno alla Caritas all’aiuto ai disabili. Questa l’idea della banca del tempo che sta muovendo i suoi primi passi e coinvolgendo le persone più diverse. Nate a metà degli anni novanta le banche del tempo puntano anche a creare una rete di relazioni per ridurre la frammentazione della vita attuale. «Ci sono nuove povertà e nuovi bisogni», dichiara la trentasettenne Antonella Giaretta, presidentessa del gruppo locale di Azione Cattolica, «e la banca del tempo può dare qualche risposta e creare reti di relazione. Perciò abbiamo iniziato a lavorarci circa un anno fa in ambito parrocchiale, ma con l’intenzione di aprirci a quanti fossero interessati. Le prime risposte, dopo la diffusione nelle scorse settimane di un depliant illustrativo con scheda di adesione, sono state significative ed hanno dimostrato che questo progetto è sentito da tanti». Gli obiettivi che la banca del tempo si prefigge (riscoprire il valore del tempo al di fuori da logiche di monetizzazione, creare reti di relazioni e solidarietà coordinando la disponibilità di tante persone) sono piaciuti subito, smentendo anche l’idea che qualcuno potrebbe farsi che si tratti di un’attività destinata ai pensionati, non più obbligati a rigidi orari di lavoro. «Il primo gruppo di persone che s’è avvicinato», continua la Giaretta, «appartiene ad una fascia d’età tra i 25 ed i 45 anni. Sono tutti molto attivi, ma disposti ad accollarsi qualche onere per aiutare persone che abbiano bisogno, magari episodicamente, di una mano: dall’andare a prendere delle analisi al potare qualche pianta». Antonella Giaretta chiarisce: «Non vogliamo creare nuove occupazioni ed anche il credito che ciascuno acquisirà compiendo un servizio non sarà un credito nei confronti di un’altra persona, ma dell’intera organizzazione della banca del tempo». Certo colpisce che a lanciare queste proposte sia una persona che tutti i giorni lavora in una banca “normale”. «Sentivo la necessità», rivela la Giaretta, «di cambiar marcia, di entrare in una logica di gratuità, recuperando una dimensione più umana». A breve ci sarà un’ assemblea per decidere quali servizi offrire e come mettere in contatto i bisogni con le disponibilità di tempo di chi parteciperà.
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