venerdì, Marzo 29, 2024
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Decisione rivoluzionaria all’assemblea dei 250 soci capitanata dal presidente Asileppi. In tre anni verranno estirpati e rinnovati 90 ettari di vigneti

La Cantina Valdadige rilancia

Brentino Belluno. Saranno estirpati e reimpiantati quasi cento ettari di vigneti per potenziare al massimo la qualità e la resa dei vini riuniti sotto l’etichetta della Cantina Valdadige. Appoggiato dai soci della cooperativa che lo ha eletto presidente, Virgilio Asileppi sta lavorando per mantenere la sua promessa, ovvero l’obiettivo di portare la struttura di Rivalta di Brentino Belluno ad una vera e propria svolta. L’impegno ufficiale si è concretizzato durante l’assemblea dei soci, durata oltre due ore, nella quale sono state presentate diapositive e relazioni relative a bilancio, situazione vitivinicola locale, possibili prospettive e strategie offerte dal mercato. Oltre al presidente, erano presenti in sala 180 dei 250 soci, Francesco Amadori, presidente della Cantina di Avio e Giacinto Giacomini, direttore generale della Cavit. «Ho voluto spiegare ai nostri coltivatori che, per ottenere una buona resa per ettaro, è necessario puntare sui vini maggiormente richiesti dal mercato e non più su quelli attualmente poco richiesti», afferma il presidente Asileppi. «Va dunque ridotto il numero delle qualità prodotte e si deve puntare piuttosto su quei monovitigni che danno garanzia di vendita molto elevata». Sono otto le nuove qualità che andranno a sostituire le vecchie eliminate: si tratta di quattro bianchi e quattro rossi. Tra i bianchi ecco dunque l’arrivo in Valdadige di Pinot Grigio, Chardonnay, Trebbiano Toscano e Muller Thurgau; per i rossi, invece, si punta ad introdurre vitigni di Teroldego, Merlot, Cabernet Sauvignon ed Enantio. L’idea, che da sola porta con sé la promessa di rese pari al 200 per cento con guadagni di conseguenza molto maggiori degli attuali, è piaciuta a tutti i componenti l’assemblea della Cantina Valdadige e la prova tangibile è stata l’approvazione di un documento decisivo. «Siccome la nostra cantina ha 400 ettari di vigneto in produzione, di cui il 25 per cento è costituito da vini non molto richiesti, abbiamo chiesto all’assemblea di approvare una mozione che impegna gli agricoltori ad estirpare, nell’arco dei prossimi tre anni, un totale di 90 ettari di vigneto. Verranno eliminate quelle qualità che sono prodotte in quantità ridotta e che non godono di una grande immagine, come la Schiava che ha poco mercato, il Trebbiano e il Lambrusco che ne hanno a loro volta poco, la Malvasia e la Garganega». Tutti i presenti hanno detto sì. «La mozione è stata approvata all’unanimità e coinvolge quindi tutte le 250 aziende associate», nota il presidente Virgilio Asileppi, «per la Cantina Valdadige si tratta di una vera e propria svolta storica in quanto i soci accettano la proposta fatta di una radicale modifica. Nei prossimi tre anni, infatti, la Valdadige dovrebbe arrivare ad avere una nuova identità ed un’immagine molto omogenea». Importante sottolineare che, in questa prospettiva di rinnovamento, la Valdadige guarda a nord, verso Avio e il Trentino. «La presenza in sala di Amadori, presidente della Cantina di Avio», conclude infatti Asileppi, «non è stata che l’espressione più evidente della collaborazione che si sta attuando tra due paesi di frontiera come i nostri: Rivalta a nord del Veneto e Avio a sud di Trentino stanno lavorando insieme per trovare le migliori sinergie».

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