giovedì, Marzo 28, 2024
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Dopo lunghe tensioni, lo «strappo» nei rapporti tra la compagine bresciana e quella veronese, con una mossa choc della Camera di Commercio

La Cdc esceda Catulloe D’Annunzio

Lo strappo tra Brescia e Verona, questa volta, difficilmente si ricucirà. La Camera di Commercio ha preso ieri pomeriggio una decisione «choc». Annunciata, questo sì, ma inaspettata.Il consiglio camerale ha deliberato all'unanimità di uscire dalle compagini societarie della Catullo e della D'Annunzio, dando mandato alla giunta e al presidente di determinare i tempi, da condividere con Abem, e i metodi.LA SCELTA è stata ufficializzata intorno alle 17,30, al termine di una seduta durata oltre due ore, convocata d'urgenza proprio per decidere il da farsi dopo gli ultimi sviluppi della partita per la concessione dello scalo di Montichiari. Dal dibattito – riferisce il presidente della Cdc Franco Bettoni – è emersa la volontà «forte e determinata di difendere il nostro scalo», ritenuto «risorsa indispensabile, importante per lo sviluppo del territorio e dell'economia». Il consiglieri della Camera di Commercio non credono che il D'Annunzio sia marginale ma. anzi, «strategico per Brescia» e si dicono assolutamente convinti che debba crescere «sia sul fronte delle merci, ma soprattutto su quello dei passeggeri».«Rigettiamo – continua il presidente riferendosi tra le righe, ma non troppo, al piano di sviluppo prospettato dal numero uno della Catullo Fabio Bortolazzi – la proposta di chi vuole che l'aeroporto di Montichiari diventi prioritariamente ed esclusivamente a vocazione cargo».Accanto a queste ragioni, c'è naturalmente la volontà della Cdc di sposare fino in fondo e con coerenza la battaglia di Abem, che ormai è prossima a rivolgersi alla Corte di giustizia dell'Unione Europea per chiedere che la concessione dello scalo di Montichiari sia messa in gara.PER TUTTE QUESTE ragioni l'intero consiglio camerale ha detto «sì» all'ipotesi di rinunciare, in una forma da stabilire, alla partecipazione nella D'Annunzio e nella Catullo. Della delibera ha immediatamente preso atto la giunta camerale, in una «seduta lampo», durata poco più di mezz'ora.Quello che più Bettoni ci tiene a sottolineare è proprio l'unanimità della votazione. «Tutti i consiglieri, in rappresentanza di tutte le categorie bresciane e dei diversi settori, dagli artigiani agli industriali, dai commercianti, al e ai consumatori, hanno condiviso la battaglia che stiamo portando avanti», sottolinea il presidente.I tempi di esecuzione della delibera saranno «condivisi con Abem» e rispetteranno naturalmente i dettami dello statuto. Di fatto, tuttavia, l'avventura della Cdc nelle società che attualmente gestiscono lo scalo bresciano sembra chiusa.«Lunedì – riferisce Bettoni – invierò una lettera ai presidenti delle due società annunciando le nostre intenzioni». Anche nell'ipotesi di ipotetici aumenti di capitale sociale «non lo sottoscriveremo» – continua – e «comunque non siamo intenzionati a presentarci né all'assemblea del 27 a Brescia né a quella del 29 a Verona». La Camera di commercio detiene il 5 per cento delle quote nella Catullo, e il 7,5 per cento nella D'Annunzio (a parità con la Provincia).Lo strappo di ieri – resta da vedere come si concretizzerà – è solo la punta di un iceberg, dopo una serie di tensioni che da mesi e mesi segnano il rapporto con i veronesi. A settembre, la società scaligera aveva accusato la Cdc di conflitto di interessi per il suo ingresso in Abem, diffidandola dal proseguire la sua battaglia per la brescianizzazione dello scalo. Poi ad andarci di mezzo era stato il consigliere Giovanmaria Rizzi, costretto a rassegnare le dimissioni. Nel frattempo, Bettoni non ha mai nascosto la propensione a ricorrere all'Ue per richiedere la gara, ogni qual volta saltava una delle molte ipotesi di mediazione. E ora, arriva la svolta.LA DECISIONE del consiglio camerale si colloca in un contesto quanto mai incerto. Il ministero attende infatti un parere dal Pirellone prima di affidare la concessione e prendere qualsiasi decisione sul destino dello scalo di Montichiari. Secondo indiscrezioni, l'assessore regionale alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo sarebbe orientato ad esprimersi in favore dei bresciani, avanzando cioè la sua netta contrarietà a che il D'Annunzio venga affidato direttamente nelle mani dei veronesi. E per un tempo lungo, 40 anni. L'opinione di Cattaneo, se non vincolante, è importante, in considerazione del fatto che a Roma è forte la rappresentanza lombarda.La Cdc, intanto, sceglie di muoversi anche sul fronte istituzionale. «Nei prossimi giorni – spiega ancora il presidente Bettoni – invieremo una missiva al presidente della Regione, al presidente della Provincia e al sindaco di Brescia. Chiederemo loro di sostenere le nostre tesi».

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