venerdì, Marzo 29, 2024
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Emergenza cassonetti, che ormai gironzolano per Riva come una mina vagante

La città «discarica», i Verdi pensano ai rospi

Montagne di rifiuti come quelle avvistate la scorsa domenica (una sonnacchiosa domenica di marzo) non hanno precedenti, a Riva. Qualcosa di simile all’indecente spettacolo dei cassonetti letteralmente sommersi da sacchetti e immondizie a cielo aperto (spettacolo offerto dal’isola ecologica di porta San Marco) lo ricordiamo in certi ponti pasquali o di Ferragosto. Ma allora c’erano migliaia di turisti. Cosa ci aspetta, dunque, in assenza di correzioni, per la prossima stagione?La domanda serpeggia tra i rivani e se ne fa interprete Maurizia Rossato, che firma una lettera decisamente da sottoscrivere.«I Verdi-ambientalisti, presenti sia in Giunta provinciale che comunale, pur preoccupati di questioni molto importanti come la migrazione dei rospi, pare che ignorino la “vera bomba del secolo”: i rifiuti. Da anni si attende una programmazione che affronti prima l’educazione all’uso del materiale non utilizzato, incentivi la raccolta differenziata e pianifichi lo smaltimento. Per quanto riguarda le discariche, le decisioni ormai vengono e verranno prese sempre più sull’onda della disperazione e dell’emergenza. Le amministrazioni comunali competenti in materia, non hanno trovato di meglio che “scaricare” il problema ai Comprensori (ente in via di estinzione) che a loro volta lo affidano in parte al cantiere comunale e a ditte esterne per la raccolta differenziata: (con contratti o non sufficientemente chiari o “capestro”). A Riva poi esiste una situazione di anarchia per quanto riguarda la distribuzione dei cassonetti. Dal centro storico sono spariti quasi tutti, mentre nelle vie limitrofe gli stessi vagano da una postazione all’altra secondo logiche sconosciute, che non contemplano le immediate vicinanze delle abitazioni dei “nostri”.E’ evidente che la “pianificazione” comunale mostra chiari segni di inefficienza, innanzitutto nel far rispettare da parte degli operatori economici l’ordinanza che li obbliga ad un diverso tipo di raccolta, quindi nell’individuazione dei siti per il posizionamento dei cassonetti stessi, che non può essere penalizzante solo per alcuni, e dove si posizionano dieci cassonetti l’area sembra più una discarica che una necessità un pò mimetizzata e abbellita. N.B. gli abitanti del centro storico non portano le loro immondizie in piazza Catena, ma nei cassonetti a porta San Marco, ma forse l’assessore competente non lo sa. Evidentemente il buon senso e anche un minimo di estetica sono minoritarie rispetto alla necessità di proporre progetti costosi (l’acquisto e il posizionamento di un “canguro” costa circa 100 milioni) e spesso irrealizzabili in centro città, come abbiamo visto in viale Dante. Un sommesso suggerimento mi sento di farlo all’assessore competente: quando va in quel di Trento si guardi un pò attorno e si faccia dare qualche “dritta” dal suo collega in loco, ne trarrebbe benefici lui e soprattutto la città.»

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