venerdì, Aprile 26, 2024
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Giovedì 10 maggio presso la Regione Lombardia si è tenuto un importante convegno sul Patto dell’acqua: dall’emergenza alla gestione integrata.

La Comunità del Garda presente a Milano per un “patto per l’acqua”

Per la Comunità del Garda, ha partecipato il delegato dal Presidente per i problemi idrici, dott. Vincenzo Ceschini.Tra gli altri, erano presenti i Consorzi irrigui e di bonifica, ossia i fruitori delle acque lacustri e fluviali della Lombardia che vengono utilizzate per irrigare circa 600 mila ettari. In particolare, l’agricoltura lombarda che utilizza le acque dei fiumi Chiese e Mincio, integrate con attingimenti da pozzi e fontanili, si sviluppa su un’area di circa centomila ettari. Di quest’area circa il 50% è coltivata a mais, il 20% a prato; le altre colture interessano il 18% della superficie, la soia il 5%, le colture di secondo raccolto 4%, gli erbai estivi il 2% e il riso l’1%. Il metodo irriguo più diffuso è l’aspersione (69,5%); lo scorrimento superficiale interessa il 20% della superficie, la sommersione l’1,1 % e la microirrigazione il 0,5%.Il tema acqua presenta una rilevanza sociale, una complessità, un numero di interlocutori ed un rilievo finanziario tale che solo l’individuazione di un percorso, difficile ma condiviso, potrà portare al risultato di migliorare la gestione della risorsa idrica e quindi di anticipare le emergenze. Al termine del convegno, è, dunque, emerso che occorre prevenire una cronica situazione di conflitto, coinvolgendo tutti i principali soggetti interessati in un “PATTO PER L’ACQUA”.L’obiettivo è quello di trovare, attraverso una analisi precisa degli usi e delle disponibilità, un equilibrio nell’utilizzo dell’acqua che possa incontrare le molteplici esigenze degli utilizzatori di una risorsa ogni giorno più rara. Ognuno dovrà essere spinto a riflettere sulle proprie modalità di utilizzo dell’acqua e a fare un passo avanti sia dal punto di vista culturale che attuativo.Il dott. Ceschini, in rappresentanza della Comunità del Garda, è stato chiamato a far parte di una commissione per operare una corretta informazione ed individuare una fonte di dati – ad esempio quelli dell’Arpa – in grado anche di sviluppare previsioni sugli scenari futuri e condividere la comunicazione come patrimonio comune (evitando allarmi e allarmismi).

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