venerdì, Aprile 19, 2024
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Bene il mercato del lavarello e cresce quello del persico; male la frega delle sarde, colpa del nuovo calendario

La Cooperativa pescatori denuncia anche il caro petrolio

La Cooperativa fra pescatori di Garda rappresenta una forza produttiva e uno spaccato di vita sociale del paese. Fondata nel 1942, ha superato anche i cento soci ma oggi conta solo 23 pescatori professionisti, presieduti da Mario Monese. Al suo fianco, all’interno della Pescheria in via Antiche Mura, il vicepresidente Enrico Monese, una parentela forse alla lontana. «I pescatori non sono in estinzione, anzi. Nella nostra associazione ci sono parecchi giovani che si sono avvicinati a questo lavoro per passione e tradizione familiare». Una professione dura. «La nostra giornata prevede nel pomeriggio, dalle 15 alle 18, la posa delle reti in acqua. Poi di notte, verso le 2 e mezzo o le 3, usciamo di nuovo al largo per iniziare la pesca, che termina verso le 9. Un lavoro che si svolge con qualsiasi condizione atmosferica. Il pericolo maggiore non è costituito dal lago, ma dalle imbarcazioni che d’estate sfrecciano nel buio infischiandosene dei limiti orari». Mario Monese elenca, insieme al collega Enrico, i problemi della categoria: «Purtroppo la nuova legge provinciale sulla pesca in parte ci danneggia. Prendiamo le sarde, una specie che da sola rappresenta il 40 – 50 per cento della produzione ittica annua: nel periodo della frega, dal 25 maggio al 5 agosto, abbiamo a disposizione ben 30 giorni in meno per la cattura. E questo per dare più spazio ai pescatori dilettanti, che ora possono prendere fino a cinque chili di sarde al giorno. A queste condizioni è inevitabile che il mercato crolli. La nostra cooperativa ha preso quasi cento quintali in meno». Tiene bene invece il lavarello, che insieme alle sarde rappresenta la specie più pescata. Prosegue Mario Monese: «con il lavarello siamo a livelli standard. La Provincia ci è venuta incontro, togliendo il divieto di pesca dal 30 giugno al 6 agosto. Per quel che riguarda il carpione, il pesce più pregiato, da due anni non c’è una gran resa. Due i quintali pescati tra settembre-ottobre del 1999. Quasi scomparse le anguille, un po’ per mancanza di semina e in parte per malattia. È in aumento la produzione del persico, mentre è diminuita quella del luccio. In calo anche la pesca delle alborelle». Un quadro non certo idilliaco. «Le annate, come in agricoltura, non sono tutte uguali. A preoccuparci sono altri fattori come ad esempio le nuove regole sulla pesca», interviene Giorgio Baldassari ex presidente della cooperativa. «Ma non solo», riprende Enrico Monese, «ad esempio pochi considerano quanto incida l’aumento della benzina sul prezzo del pesce. Ogni giorno per uscire in barca spendiamo dalle 20 alle 40 mila lire di gasolio. A differenza dei colleghi che lavorano in mare, noi pescatori di acque interne non possiamo contare su alcuna agevolazione». Per diversificare l’offerta, la Cooperativa fra pescatori di Garda (la gran parte del pesce del lago va sul mercato ittico lombardo) inaugurerà entro dicembre la nuova sede a San Bernardo, nell’ex macello, che affiancherà l’attuale sul lungolago, dove sarà ancora possibile comprare il pesce al dettaglio. «Questa volta siamo pronti», conferma Mario Monese. «Nel nuovo edificio faremo la lavorazione diretta del pescato, con filettatura a macchina, affumicatura o conservazione sotto vuoto».

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