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La Cooperativa di solidarietà sociale La Cascina festeggia i 25 anni d’attività e guarda al futuro dal “nuovo” Ristorante Desenzanino

Nel 25° anniversario della Cooperativa di solidarietà sociale La Cascina, fondata nel 1991 dal compianto Renzo Tira, il Ristorante Pizzeria Desenzanino da essa gestito si presenta con una veste rinnovata.

Un’ampia finestra sul futuro: un locale più elegante e luminoso, non di gran lusso, ma con estrema attenzione al risparmio energetico e idrico e massima valorizzazione della peculiare posizione vista lago. L’interno del ristorante situato sul lungolago Cesare Battisti, in centro a Desenzano del Garda, è stato trasformato su progetto dell’arch. Paola Boneschi, introducendo alcuni elementi di assoluta modernità: una cucina più ampia e totalmente elettrica con piani di cottura a induzione, strumentazione e macchinari scelti per ridurre i consumi di energia e gli sprechi di acqua, illuminazione a led con un consumo massimo di 600 watt e luce calda e atmosferica, servizi igienici rinnovati, una veranda chiusa da vetrate (quasi completamente apribili) che offrono una meravigliosa vista lago e un totale di circa 140 coperti. All’interno il materiale più presente è il legno, che si ritrova nel soffitto, nei pavimenti, nelle scaffalature… Accanto al bancone sono state studiate alcune nicchie per l’esposizione di vini e di oggettistica artigianale realizzata dai ragazzi del Centro Anffas, e per l’esposizione di libri in collaborazione con la Libreria Castelli Podavini di Desenzano.

«Non solo il locale, ma anche il menù è stato rinnovato – spiega Giuseppe Tosi, presidente della Cooperativa La Cascina, ente gestore del locale – per puntare maggiormente sulle ricchezze del territorio gardesano, come il pesce di lago, e della nostra cucina locale. Da tre anni il ristorante ha anche inserito alcuni piatti vegani, come segno di attenzione verso i clienti che fanno questa scelta alimentare. Durante l’estate, dal 1° maggio, saremo aperti tutti i giorni e dal prossimo autunno/inverno il ristorante funzionerà da giovedì a domenica, garantendo così continuità occupazionale ai nostri dipendenti».

L’investimento totale sostenuto per il rinnovo dei locali ammonta a 390mila euro, di cui 86mila coperti con contributo della Fondazione Cariplo, 173mila con finanziamento FRIM (fondo di rotazione imprenditorialità) a sette anni, 75mila con leasing a cinque anni e il resto con risorse proprie.

Il contributo della Fondazione Cariplo è stato provvidenziale. Presentando un progetto che prevedeva la stabilizzazione a tempo indeterminato di tre dipendenti in situazione di svantaggio sociale – e fino a oggi assunti come stagionali – la Fondazione ha accolto la richiesta e sostenuto l’intervento coprendo il 50% della spesa con contributo a fondo perduto. Il riallestimento dell’arredamento interno, inizialmente previsto solo per sedie e tavoli, è stato gradatamente ampliato su progetto dell’arch. Boneschi fino ad arrivare al restyling attuale. Un ambiente già molto apprezzato dalla clientela, vecchia e nuova, nel primo mese di riapertura.

«Non sono state scelte facili – sottolinea Tosi – e alcuni investimenti sono stati giudicati eccessivi, ma ci ha sempre guidato l’idea formulata già nel 1997 dal sindaco di Desenzano Massimo Rocca, il quale riteneva che dalla gestione del centro balneare si potessero ricavare risorse per tutta l’attività della cooperativa». Nell’inaugurare ufficialmente il “nuovo” Desenzanino, continua presidente della Cascina, «un ringraziamento particolare va al consiglio di amministrazione, a tutti i soci e dipendenti della cooperativa e naturalmente alla Fondazione Cariplo. Un ricordo anche a chi ha cominciato con noi questa avventura, ma ci ha lasciati lungo il cammino: l’arch. Franco Ricchetti che nel 1997 ebbe la “pazza idea” di proporci la gestione delle spiagge, l’arch. Alessandro Barilani collaboratore quand’era studente e poi tecnico di fiducia, che ha iniziato con l’arch. Valerio Tinazzi e l’arch. Simone Barnaba Rudi la progettazione di queste opere, senza poterle vedere realizzate. Un pensiero riconoscente anche a Gino Veronesi, quotidiano maestro nel farci conoscere il lago, i suoi segreti, le sue bellezze e le sue bufere. Grazie di cuore a tutti i circa 190 ragazzi, per lo più studenti e oggi anche padri di famiglia, che hanno trascorso qui, lavorando sodo, le loro vacanze estive. Non dimentichiamo, infine, la collaborazione con l’istituto alberghiero di Desenzano. Mi piace concludere con le parole di Pietro sul monte Tabor: “Hic manebimus optime”. Qui staremo benissimo».

LA STORIA DELLA CASCINA

La Cooperativa di solidarietà sociale “La Cascina” festeggia quest’anno il suo quarto di secolo. Fondata nel 1991 dalla sezione Anffas (associazione per famiglie e persone con disabilità) di Desenzano del Garda, ha lo scopo di “promuovere il potenziamento sociale delle persone”, ossia di creare opportunità lavorative per quegli utenti che evidenziavano una capacità di lavoro almeno residuale. I valori di base erano e restano: il servizio, la solidarietà, la  funzione sociale, la mutualità, la democrazia e la partecipazione dei lavoratori, pur operando all’interno di regole di mercato.

In un primo momento l’attività della cooperativa si concentrò sulla coltivazione di fiori in serra e nella manutenzione del verde, sempre eseguiti in collaborazione con l’Anffas. Ma negli anni si sono aggiunti altri comparti, come la gestione delle spiagge, degli eventi con montaggio/smontaggio palchi e anche dei cimiteri.

Oggi, in stagione, l’ente occupa circa 85  dipendenti, ponendosi tra le 20 maggiori imprese private di Desenzano e lavorando anche nei comuni limitrofi.

Nel febbraio del 1997 l’amministrazione comunale avanzò la proposta di affidare alla cooperativa la gestione delle spiagge pubbliche, in primis il centro balneare del Desenzanino (abbandonato da due anni), anche il tratto della Madonnina del Vo’ (dove oggi c’è la Lega Navale), la piccola area di via Cusio e la parte libera della Spiaggia d’oro. Il 22 aprile 1997 fu approvata la delibera di assegnazione con immediata esecutività e il 25 aprile 1997 la spiaggia del Desenzanino ha riaperto i battenti in una situazione comprensibilmente precaria, ma efficiente. Nel novembre 1997 è partita anche l’attività di pizzeria e, passo dopo passo, La Cascina è cresciuta ulteriormente e ha aggiunto nuovi progetti.

Le delibere di assegnazione ebbero sempre durate brevi, in genere da 3 a 6 anni, limitando la possibilità di fare investimenti strutturali di lungo respiro. Solo nel 2013 (abbandonata la formula dell’assegnazione diretta, non più compatibile con la legislazione corrente) è stato un bando di gara riservato alle cooperative sociali, dove la durata dell’affidamento venne esteso a dodici anni, e su cinque cooperative sociali partecipanti La Cascina è risultata vincente. Il bando di gara prevedeva, tra l’altro, l’adeguamento dei servizi igienici del ristorante e dei magazzini e gli impianti termosanitari, con un progetto che era stimato pari a 144mila euro da eseguirsi entro il 31 dicembre 2015.

Con qualche mese di ritardo, il 19 marzo 2016, il ristorante pizzeria Desenzanino è stato riaperto. Siccome il Consiglio di amministrazione della Cascina aveva attentamente considerato che l’adeguamento strutturale obbligatorio non avrebbe portato ad alcun incremento di fatturato, si è pensato di ampliare la ricettività durante l’autunno/inverno con la chiusura della veranda, ma ciò richiedeva anche un ampliamento della cucina e un riallestimento delle attrezzature. E così è stato.

 

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