venerdì, Aprile 19, 2024
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Le giardinerie bloccate dal silenzio di via Strappazocche

La Fondazione snobba il Comune

Quando il non decidere raggiunge livelli assurdi, da paradosso. Il consiglio d’amministrazione della Fondazione Comunità di Arco è quasi tutto composto da membri nominati dal consiglio comunale. Ma, a distanza di quasi un anno e mezzo, non ha ancora deciso se affittare al comune un appezzamento di terreno, qualche migliaio di metri quadrati, nell’ampia azienda agricola di Bruttagosto. Serve per trasferire le giardinerie. L’incredibile tiramolla sta creando grossi grattacapi all’assessore Fabrizio Miori che deve completare la parete artificiale dell’arrampicata.Che per poter funzionare deve essere dotata di adeguati servizi. Per i quali è previsto l’utilizzo dell’area del compendio Althamer, occupata dalle giardinerie. E di rendere praticabile la parete agli appassinati, numerosi anche in questi giorni, c’è urgenza.«E’ impensabile – commenta preoccupato l’assessore Miori – appoggiarsi alla vicina scuola media come avviene a settembre per il Rock Master con gli studenti sono in vacanza. Sono disservizi che pesano sull’ immagine della città. Conseguenze negative anche per la funzionalità delle giardinerie. Il trasloco a Bruttagosto, per il quale sono a bilancio 80 milioni, sarebbe l’ideale dopo il recente potenziamento e il salto di qualità compiuto dalla gestione del verde pubblico.Nell’ampia azienda della Fondazione le giardinerie potrebbero esprimere maggiormente la propria potenzialità migliorando costi e prestazioni. Per evitare danni alle colture esistenti, avevamo richiesto addirittura la concessione di zone improduttive». Miori rammenta la presenza in quell’azienda in riva al Sarca della scuola di floricoltura della Provincia con la quale da anni esiste una stretta collaborazione. Vi è poi la possibile unificazione delle giardinerie comunali della Busa.«E’ inutile – conclude lo sfiduciato Miori – programmare scelte importanti per la città se poi tutto si blocca per una decisione che non arriva. Sono già passati fin troppi mesi da quando il presidente della Fondazione venne in consiglio comunale a fare promesse. Da allora è calato il silenzio. Ho deciso di stralciare dal bilancio gli 80 milioni previsti per l’impossibile trasferimento. I fondi stanziati verranno dirottati su iniziative sicuramente fattibili e, per giunta, in fretta.»

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