mercoledì, Aprile 24, 2024
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La scoperta di un gruppo di sommozzatori potrebbe aprire nuove prospettive di sviluppo. A pochi metri il rinvenimento di un’altra «fuga» di acqua termale

La fonte Boiola non è sola

E’ stata fatta una scoperta davvero interessante nel basso lago. A circa 15 metri dalla storica fonte Boiola, quella da cui dal lontano 1889 viene prelevata l’acqua sulfurea che ha reso ancora più famosa Sirmione (sgorga a quasi settanta gradi), è stata rinvenuta un’altra fenditura, larga circa 50 centimetri: un’altra fonte da cui esce naturalmente acqua dello stesso tipo di quella che viene largamente impiegata dagli stabilimenti e dagli alberghi della Società Terme. Il rinvenimento è stato casuale, ed è opera di un gruppo di sei sommozzatori del «Tritone sub» di Desenzano. A invitarli sul posto per effettuare alcune immersioni sono stati dei motoscafisti sirmionesi che, transitando numerose volte al giorno da quel punto per trasportare i turisti, avevano notato da tempo uno strano fenomeno: la formazione di bollicine in superficie. Ma il fatto ancora più strano era che le bolle affioravano a distanza di parecchi metri da quelle che, da oltre un secolo, appartengono alla fonte Boiola. Inizialmente si era pensato che una delle tubazioni che partono da questo punto avesse riportato qualche danneggiamento. Invece, le immersioni di Susanna Signori, subacquea veronese di Pastrengo, e del collega fotosubacqueo Vittorio Gabiotti, hanno potuto escludere l’ipotesi. Si tratta di una fessura abbastanza lunga e larga circa 50 centimetri dalla quale, senza ombra di dubbio, sgorga acqua sulfurea calda. I due sommozzatori che hanno eseguito le ispezioni sul fondale non erano soli: per calarsi in quella zona occorrebbero due speciali autorizzazioni del ministero dell’Interno e della Sovrintendenza, per cui durante i lavori erano presenti, a turno, le motovedette dei carabinieri e della polizia. La zona, infatti, è out per la presenza di «ostacoli bellici». Nessuno, dopo il ritrovamento, può o vuole aggiungere altri particolari. Per prima la Società Terme, potenzialmente la più interessata dalla scoperta, che si trincera dietro il silenzio. Ma intanto, le fotografie scattate dai sub hanno perfino suscitato l’interesse della Rai, che ha già spedito a Sirmione in avanscoperta un proprio redattore con la promessa di preparare un servizio per le trasmissioni «Leonardo» e «Linea blu». «Abbiamo toccato con le mani bene il fondo, senza però spingerci oltre anche perchè la fenditura è ricoperta da un magma di cui non conosciamo la composizione – racconta Susanna Signori -; però abbiamo notato con chiarezza l’acqua termale sgorgare, tanto che alcuni pesci erano ricoperti di una sostanza bianca tipica dell’acqua sulfurea». La zona si trova a circa un miglio dalla costa in direzione del Lido delle Bionde. I sub hanno potuto accertare che la pompa sommersa della Società Terme è perfettamente sana, dunque quelle bolle non provenivano dalla Boiola. Finora, lo ricordiamo, l’acqua sulfurea ha fatto le fortune di Sirmione: grazie a questo regalo della natura alcuni edifici del centro storico sono autonomi dal punto di vista energetico (grazie all’installazione di generatori). E naturalmente, si diceva, c’è il massiccio impiego a livello termale. Ma per ora nella penisola la scoperta sembra essere stata snobbata. Eppure, con quell’acq ua si potrebbe pensare a uno sfruttamento se non terapeutico almeno domestico. Basta pensare a una rete di teleriscaldamento.

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