venerdì, Marzo 29, 2024
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Un corto circuito alla base dell’incendio di Salò. La produzione dell’azienda è ripartita immediatamente

La «Fonte Tavina»è più forte del rogo

L’attività dello stabilimento della Fonte Tavina di Salò, danneggiato dall’incendio di domenica scorsa all’alba, non ha subito interruzioni, ma solo un rallentamento.Ieri mattina una squadra di operai della Sanitaria di Gavardo è intervenuta per ripulire i muri anneriti dal fumo della linea D, dove l’acqua minerale viene messa nelle bottiglie di plastica. Il lavoro dovrebbe essere completato entro un paio di giorni. Poi sarà effettuata la separazione rispetto alla linea andata in fumo, la C, anch’essa riguardante la plastica. In quest’ala i tempi di ripresa saranno un po’ più lunghi. Sono infatti bruciati il nastro trasportatore, dieci quadri elettrici, un’etichettatrice, un’imbottigliatrice e materie prime per il confezionamento. Tutta una serie di attrezzature da acquistare, collocare e collaudare. I vigili del fuoco e i carabinieri hanno escluso l’ipotesi del dolo, parlando di corto circuito e quantificando i danni in circa un milione e mezzo di euro.Nessun problema, invece, per le linee A e B, dove si riempiono le bottiglie di vetro. L’incendio non le ha minimamente toccate, di conseguenza la produzione è ripartita immediatamente. Per nessuno degli operai è stata richiesta la cassa integrazione. I dipendenti, arrivati nello stabilimento già nella mattinata di domenica, si sono rimboccati le maniche, iniziando a ripulire e a rimettere in ordine. Suddivisi in turni, ieri hanno continuato l’attività.Armando Fontana, l’amministratore delegato della Fonte Tavina (l’azienda, creata da Amos Tonoli e dalla sua famiglia, qualche anno fa è entrata nel gruppo Sangemini, uscendone proprio a metà dicembre), ha sottolineato l’impegno di tutti per garantire l’immediata ripresa, dichiarandosi ottimista per il futuro. In questi ultimi anni lo stabilimento, che copre una superficie di 25mila metri quadri nella conca ai piedi della strada delle Zette, aveva vissuto un paio di altre disavventure, seppure di entità minore. Nel novembre 2004 il terremoto, e nel giugno 2005 il rogo nel magazzino dov’era accatastato il materiale di scarto, dovuto a una disattenzione. In entrambi i casi sono bastate poche ore per ripartire.La Fonte Tavina è un marchio molto conosciuto. Dopo avere garantito una certa quantità di bottiglie alle missioni Onu in varie parti del mondo, ha conquistato supermercati, bar e ristoranti di molte nazioni. Ultimamente è sbarcata in Cina.

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