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I medici di famiglia e gli amministratori di Bardolino e Garda perplessi sulle nuove sedi. Castelnuovo e Malcesine obbligano a restare scoperti per ore

La guardia è troppo lontana

L’Ulss 22 nel luglio 2004 ha sottoscritto il patto aziendale con i medici di continuità assistenziale, meglio conosciuti come medici di guardia medica, per la riorganizzazione territoriale del Distretto 1. Sono state stabilite le nuove sedi di assistenza notturna: Sommacampagna, Bussolengo, Malcesine e Castelnuovo. La prima copre i comuni di Sommacampagna e Sona per un totale di 29.409 abitanti; la seconda, Bussolengo, Pastrengo e Pescantina con 35.812 abitanti; la terza, Malcesine, Brenzone, Torri, Garda e San Zeno di Montagna, con 14.032 abitanti; la quarta sede, Castelnuovo, Peschiera, Lazise e Bardolino, con 32.410 abitanti. Fino al luglio 2004, Bardolino e Garda facevano riferimento alla guardia medica di Caprino, ora l’assistenza medica notturna del lago di Garda fa capo a due sedi: una all’estremo nord, Malcesine, e l’altra all’estremo sud a Castelnuovo. La nuova geografia territoriale sanitaria ha creato molte perplessità tra i medici di base e gli amministratori di Bardolino e Garda, che hanno rilevato la grande distanza del servizio dai loro paesi. I medici di famiglia di Garda Carlo Andrea Franchini, Stefano Vantini e Caterina Pastori, insieme a quelli di Bardolino Damiano Chiesa, Gaetano Benati e Carlo Ballarini, e a Luca Sebastiano di Lazise, che oltre medico è anche vice sindaco e assessore provinciale, hanno pensato che per rispondere in modo ottimale ai bisogni dei cittadini, sarebbe opportuno attivare una nuova sede di guardia medica, a metà strada tra Malcesine e Castelnuovo. In particolare nei comuni di Bardolino, dove c’è anche la sede del subdistretto 1, o a Garda, nel centro medico istituito in associazione dai medici di base di Garda, nella nuova palazzina di piazza dei Donatori, dove un tempo c’era la stazione degli autobus. «Questo perchè», spiegano i medici, «è evidente il disagio a cui sono sottoposti i cittadini, quando hanno bisogno di un medico nella fascia oraria notturna dalle 20 alle 8 di mattina. Se una persona di Garda deve attendere il medico che giunge da Malcesine o una di Bardolino quello che arriva da Castelnuovo, sopratutto nel periodo estivo, la tempestività lascia molto a desiderare. Senza considerare il fatto che se il medico di continuità assistenziale impiega due ore a svolgere la prestazione, per tutto quel tempo la sede della guardia medica resta scoperta». I medici di famiglia, inoltre sottolineano il ruolo della guardia medica. «Il contratto di medicina generale», dicono «prevede e incentiva l’aggregazione di medici di medicina generale con i medici di guardia medica, proprio per il principio di continuità assistenziale. Il medico notturno, prosegue l’assistenza al cittadino del medico di base, quindi dovrebbe essere direttamente in contatto con lui, per avere informazioni utili sulle condizioni generali dell’assistito, che quasi mai conosce. È chiaro che se la guardia medica è così lontana dal territorio di competenza, anche l’interscambio assistenziale non è di facile attuazione». «Un dato importante», proseguono i medici, «è anche la forte presenza turistica in questi paesi del lago. L’assegnazione delle sedi di guardia medica, è studiata anche sul numero di abitanti residenti, ma per questa zona il dato è virtuale, poichè d’estate i numeri si moltiplicano decine di volte. È vero che ci sono le guardie turistiche, ma queste non devono essere confuse con la guardia medica, che svolge servizio nella fascia notturna, mentre le guardie turistiche si affiancano ai medici di base sempre nell’orario diurno. E’ dalle 20 alle 8 che il territorio è scoperto. I medici di continuità assistenziale, peraltro, non sono radicati nel vissuto dei cittadini, proprio perchè vissuti come medici lontani dalla storia dei pazienti e dal servizio poco funzionale. Così nel momento del bisogno i cittadini preferiscono andare al pronto soccorso o chiamare il 118, servizi sanitari questi che non dovrebbero sostituire la guardia medica, che invece dovrebbe proprio liberare i pronto soccorso dalle tante prestazioni che li intasano anche quando non serve».

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