giovedì, Aprile 25, 2024
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La presentazione il prossimo 23 novembre a Maguzzano. Ingresso libero

La lettera a Diogneto

La Parrocchia S.Maria Assunta di Maguzzano, il Centro di Cultura Stefano Bazoli di Desenzano del Garda e la Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura di Brescia presentano venerdì 23 novembre alle ore 20,45 nella suggestiva Chiesa abbaziale di Maguzzano un importante documento del 2° secolo d.C. – la lettera a Diogneto.Dopo una breve introduzione storico-critica, l’attrice Viola Costa leggerà integralmente il testo, nella bella traduzione dal greco di Matteo Perrini. Alessandro Bono accompagnerà in sottofondo alla chitarra classica, eseguendo musiche barocche.La storia di questa lettera è affascinante.Nel 1436, al tempo del primo fiorire dell’umanesimo, il giovane chierico Tommaso d’Arezzo, venne inviato a Costantinopoli, allo scopo di studiare il greco. Costui, un bel giorno vide al mercato un venditore utilizzare un fascio di carte scritte per incartare il pesce. Contrattò per pochi spiccioli l’intero pacco e se lo portò a casa per studiarlo. Si scoprirà poi che le carte contenevano scritti già noti, ma anche il prezioso inedito della Lettera a Diogneto. Il manoscritto che era così emerso dall’oblio dei tempi venne studiato e pubblicato, ma nel 1870 sparirà, stavolta per sempre, bruciato nell’incendio della biblioteca di Strasburgo, al tempo della guerra franco-prussiana.Ignoto è l’autore e sconosciuto il destinatario, che doveva essere un personaggio pagano che conosceva qualcosa del cristianesimo ma desiderava essere meglio informato. La lettera formula allora le domande fondamentali sul cristianesimo che l’opinione pubblica del II secolo doveva necessariamente porsi e fornisce le risposte adeguate. Ma si tratta di questioni ancora attuali e molto aperte, perfettamente traducibili con gli stessi termini che si utilizzano oggi per discutere, ad esempio, del ruolo dei laici nella Chiesa o dell’ impegno politico dei cristiani. Alcuni passi della lettera, che appare in perfetta consonanza, anche di stile, con il Vangelo di Giovanni e con le lettere di San Paolo, sono così felici da essere stati citati nei documenti che conclusero il Concilio Vaticano II.Un’occasione di approfondimento culturale da non perdere.

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