venerdì, Aprile 19, 2024
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Ispettore capo alla Scuola per agenti. «Nel deserto ho provato sensazioni indimenticabili»

La maratona del Sahara esalta il poliziotto volante

Pierluigi Giazzon, nato a Belluno ma ormai veronese a tutti gli effetti (è ispettore capo della Polizia di Stato e in servizio alla Scuola allievi agenti di Peschiera) ha partecipato con ottimo risultato, alla maratona «Cento chilometri del Sahara a tappe», che si è svolta in Tunisia. Il «poliziotto volante», già noto a livello agonistico sul lago di Garda ed in giro per l’Italia in quanto brillante interprete del triatlhon, ha percorso complessivamente 119 chilometri, suddivisi in cinque frazioni, all’interno delle quali era prevista una prova speciale notturna di 10 chilometri. La competizione comprendeva una tappa di 24 chilometri (la più breve del percorso) ed una (la più lunga) di 35. Hanno partecipato alla maratona 61 atleti, in rappresentanza di varie nazioni e vincitore è stato l’italiano, Marcello Ginani, che ha impiegato un tempo di oltre 9 ore per venire a capo di un percorso assai duro. Alla fine della gara, Giazzon (portacolori del Detour di Peschiera) sarà trentacinquesimo, in 12 ore e 17 minuti. Ma quello che conta è che il poliziotto di Peschiera potrà raccontare a tutti di un’esperienza mozzafiato, di uno scenario da favola, di una distesa infinita, di una pratica agonistica che l’ha visto da solo difendere i colori di Verona. «Lo scopo di questa mia esperienza», ammette Giazzon «è stato quello di gareggiare con me stesso: di vedere che risultato sarei riuscito a ottenere in un’alternanza di umori (dal pianto, al sorriso, alla gioia sfrenata, alla solitudine), dettati da questo confronto con il deserto. Imparando a capire il grande Erg occidentale, a dormire in un sacco a pelo riparato all’interno di tende berbere (dove la temperatura saliva rapidamente dai sette gradi della notte ai 44 del giorno), ad apprezzare l’ombra delle palme all’Oasi di Ksar Ghilane, che ha regalato a noi atleti la soddisfazione di un bagno ristoratore nelle acque termali di un laghetto con temperatura a 37 gradi». «Tutto questo» conclude il poliziotto «è la grande maratona tunisina, che vorrò ripercorrere in altra occasione. Per cercare quel piazzamento agonistico che l’amore per il deserto mi farà prima o poi coronare».

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