venerdì, Aprile 19, 2024
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Due ricorsi al Tar da parte della Comunità del Garda

«La Mori-Torboleminaccia il lago»

di Prosegue la lotta legale della Comunità del Garda per scongiurare la possibile apertura della galleria Mori-Torbole che convoglierebbe acqua dell’Adige nel lago in caso di emergenza idrica.Lunedì verranno depositati due ricorsi (seguiti dall’avvocato Franco Mellaia) al Tar del Lazio e al tribunale superiore delle acque di Roma contro il decreto del commissario all’Emergenza idrica dell’Italia settentrionale, Bernardo De Bernardinis, che non ha inserito la Comunità del Garda nella cabina di regia per la gestione dei livelli del lago.La lotta è contro il possibile provvedimento pensato per alzare i livelli del lago: utilizzare la galleria Mori Torbole, appunto.[FIRMA]DECISA L’AZIONE del presidente della Comunità del Garda, l’ex senatore di Forza Italia Aventino Frau: «La Comunità del Garda è intenzionata a chiedere i danni materiali e d’immagine anche alla Provincia Autonoma di Trento che ha dato il proprio parere favorevole al decreto commissariale». A sostenere l’azione della Comunità del Garda anche i comuni di Salò e Gargnano, (oltre che a Nago-Torbole).Tramite l’avvocato Mellaia (che ha già seguito gli enti locali e i comitati del lago d’Idro nella battaglia sui livelli) chiederanno al Tar la sospensiva immediata del decreto di Bernardinis, che individua come rappresentante degli enti locali gardesani il comune di Peschiera, «ma di fatto esclude i Comuni rivieraschi dalla discussione sulla gestione del loro lago», come aggiunge il segretari generale della Comunità, Piergiorgio Ceresa.LA CONTRARIETÀ all’apertura della galleria Mori Torbole è però il tema ambientale più urgente. Una contrarietà che viene motivata – dalla Comunità del Garda – basandosi sulla diversa qualità dell’acqua del lago e di quella dell’Adige: «Un litro di acqua immesso nellago ci mette trent’anni prima di uscire – spiega il senatore Frau -. L’acqua che arriverebbe dall’Adige non sarebbe la stessa che uscirebbe subito dopo dalla chiusa di Salionze. Se mi dicono che non ci sono prove scientifiche che le immissioni dall’Adige porterebbero danno alle acque del lago io rispondo che per il principio di precauzione non vado a correre un rischio che potrebbe risultare fatale per il lago e per l’economia gardesana».

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