giovedì, Aprile 25, 2024
HomeAttualitàLa pernice bianca ritorna sul Baldo
Da settembre sarà reintrodotta la rarissima specie. Gli ultimi avvistamenti risalgono al 1972

La pernice bianca ritorna sul Baldo

«Lagopus mutus helveticus»: tre parole che stanno ad indicare non una sorta di scioglilingua latino, ma il nome di battesimo della «pernice bianca». Volatile di rara bellezza, già pregiato abitante delle montagne di casa nostra fino all’autunno del 1972, quando furono avvistati gli ultimi tre soggetti viventi, la pernice bianca a settembre, dopo 30 anni, farà ritorno a casa. Nell’ambito del progetto «Fauna Europea», all’interno dello zoo «Parco natura viva» di Bussolengo è stato ufficialmente lanciato il piano di reintroduzione del raro esemplare sul Monte Baldo. Il progetto è stato discusso nel corso di un convegno in cui erano presenti esperti del settore, a partire da Valeria Nigri del «Censimento avifauna selvatica stanziale» presso il parco Natura viva; Laura Guidolin dell’Università degli Studi di Padova fino a Ettore Centofanti del Progetto Lupo; Giacomo De Franceschi, direttore del Parco regionale della Lessinia (Progetto pernice bianca); Fabio Perco, responsabile del Centro di reintroduzione del grifone di Forgaria Friuli (Progetto grifone). Un progetto ambizioso che ha coinvolto numerosi esperti e collaboratori anche dall’estero, impiegati nelle varie fasi di allevamento, di monitoraggio e di assistenza veterinaria. Responsabile del progetto è Michele Bottazzo di «Veneto Agricoltura»; il direttore è Paolo De Franceschi, consulente faunistico. La prima fase di liberazione della pernice bianca scatterà il prossimo settembre, e si ripeterà per quattro anni consecutivi. La metodologia usata consiste nell’allevamento e nel monitoraggio della specie, fino alla liberazione di circa 6-8 esemplari l’anno, per un totale di 24-32 capi. Da una voliera di «preambientamento» istituita sul Baldo, le prime specie spiccheranno il volo a fine estate e, dopo 30 anni, torneranno finalmente a casa. «Sul versante orientale del Baldo», spiega Giacomo De Franceschi, «la pernice bianca era presente sicuramente fino al 1963. A partire dai primi anni ’70 sembra che la specie non si sia più riprodotta sulle creste del monte Baldo e che gli ultimi tre soggetti avvistati nella conca della Val Larga, siano stati uccisi in località Vanesa, tra la Valdritta e la val Larga, nell’autunno del 1972». Tenendo conto, pertanto, delle segnalazioni e delle prove raccolte, «si può ipotizzare», aggiunge De Franceschi , «la recente e sporadica comparsa di qualche soggetto erratico sulle creste del Baldo ed una sola nidificazione all’inizio degli anni ’90». Sul Baldo, infatti, esistono buone condizioni di habitat ideale per la specie. La zona interessata dal progetto è la riserva naturale integrale di «Lastoni-Selva Pezzi», una delle oasi naturalistiche più importanti del Baldo. Si estende per circa 980 ettari, quasi tutti coperti da boschi e da circhi glaciali. L’area è gestita da «Veneto Agricoltura» che ne cura la tutela e la divulgazione, mediante progetti in cui s’inserisce, appunto, quello della pernice bianca. «La maggior parte di habitat disponibile», conferma De Franceschi, «si trova a quote inferiori ai 1700 metri. Considerata una densità media primaverile di 0,6-0,8 coppie nidificanti su 100 ettari, si possono auspicare almeno 2 coppie stabili in 335,81ettari». «In questo progetto», puntualizza Giacomo De Franceschi , «la mia funzione è quella di collaboratore esterno: si tratta del monte Baldo che non compete alla direzione del parco della Lessinia».

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video