mercoledì, Aprile 24, 2024
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Tutela dell'ambiente lago: anche la Comunità del Garda si iscrive al «partito dei guardiani» fatto decollare da Malossini Sì al vertice con Pinter. Summit scientifico a Desenzano in ottobre

La ricetta Ceschini: i canneti e le semine

«All’incontro con l’assessore Pinter di fine agosto ci saremo anche noi. Siamo molto interessati alla protezione dell’ambiente lacustre, quindi un vertice di coordinamento dei servizi di tutela non potrà non contare sulla collaborazione della Comunità che rappresento».Nel pianeta «Guardiani del Garda», praticamente inventato dalla lettera-ultimatum del sindaco Cesare Malossini (che ha richiamato con forza alle sue funzioni la Provincia di Trento), s’è tempestivamente iscritto, ieri mattina, Vincenzo Ceschini, che oltre ad essere rivano ed esperto di problemi della natura, è anche vicepresidente della Comunità del Garda.«Non è il caso di essere allarmisti, perchè le parole dettate dalle emozioni possono essere controproducenti per il nostro turismo e per l’economia – spiega Ceschini – Però, detto che la salute del lago è buona (e lo dimostrano tutti i parametri scientificamente validi), c’è anche da aggiungere che qualche intervento di ri-naturalizzazione rimane auspicabile. Personalmente credo molto nella fitodepurazione degli immissari. Qualche canneto e qualche pianta palustre immessi negli alvei di torrenti come il Varone o il Galanzana possono fare molto. E’ già stato sperimentato in molti posti. Cento metri quadrati di queste fitodepurazioni sono in grado di togliere ai corsi d’acqua, e di riflesso al lago, l’inquinamento organico di 25 persone e in più nitrati, fosfati, eventuali metalli pesanti disciolti».Ceschini spiega anche che il Garda – un bacino attualmente oligomesotrofico (vale a dire con nutrienti minerali ancora sotto controllo) – è ben monitorato. E che comunque è utilissimo mettere a confronto i dati, le idee e le proposte di tutela delle varie realtà regionali e comunali che gravitano sul lago. Un’operazione di questo tipo sarà affidata ad un convegno tecnico-scientifico che avrà luogo a Desenzano il prossimo 12 ottobre, sponsor la Comunità del Garda. «Oltre che di biologia lacustre e di inquinamento in senso lato, si parlerà anche dei problemi ittici – chiarisce Ceschini – Ed è in questo contesto che la Comunità proporrà il rilancio degli incubatoi per le specie più caratteristiche del lago. Anticamente ne esistevano a Torbole, Garda, Peschiera ed altri centri. Erano fattori di ripopolamento indispensabili, perchè il Garda è sempre stato meno popolato di pesci degli altri laghi lombardi. La diminuzione di certe specie è sicuramente ciclica, ma è chiaro le colture di avannotti e le semine, sono una garanzia di riequilibrio programmato del patrimonio ittico. Mi viene in mente l’esempio del carpione: Alvise Vittori aveva creato un incubatoio per questo pesce. Bisogna riproporlo. E’ una specie solo gardesana, pregiatissima ma purtroppo, cibandosi di plancton, trova nel coregone un naturale e più agguerrito concorrente».

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