sabato, Aprile 20, 2024
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Ambiente Il lago sotto esame 

La salute del Garda buona con… riserva 

Ancora buona anche se è peggiorata. È questa la fotografia dello stato di salute delle acque del più grande lago italiano. L’hanno scattata, in un recentissimo convegno svoltosi sulla riviera veronese del lago, i principali esperti e studiosi del Garda.Il rischio eutrofizzazioneIl rischio per il Benaco, così come per gli altri laghi profondi subalpini italiani, è l’eutrofizzazione causata dall’eccessivo apporto dal bacino imbrifero di nutrienti, in primo luogo fosforo.Negli ultimi 40 anni le concentrazioni di fosforo totale sono sensibilmente aumentate passando da 10 microgrammi litro degli anni ’70 a 14 all’inizio del 1990, per schizzare fin quasi a 25 nel 1997-98, raggiungendo una fase di stabilizzazione fra il 2006 ed il 2008 attestandosi a 20 microgrammi litro.Ma nelle acque profonde le concentrazioni sono superiori a 30-35 microgrammi litro. Restano elevate anche le concentrazioni di ossigeno disciolto mentre si è registrato l’aumento delle temperature delle acque profonde, al di sotto dei 200 metri, salite da 7,4 a 8,3 gradi.Ricorrendo ad un’immagine concreta si può dire, riferendosi ad una persona che questa si è notevolmente appesantita, ingrassata, ha la pressione alta, aumentando sensibilmente i fattori di rischio cardiocircolatorio e di diabete oltre alla comparsa di primi sintomi di malessere.Serve insomma una buona cura e tanta attenzione alla prevenzione. Per il Garda è necessario, in sostanza, ridurre i carichi inquinanti che nonostante il sistema di tutela ecologica, collettore e depuratore di Peschiera, contribuiscono ad aumentare i fattori negativi.Sotto tutela del CnrGli esperti del Cnr, istituto per lo studio degli ecosistemi di Verbania Pallanza, nella loro relazione, sostengono l’esigenza di effettuare studi prolungati nel tempo, eseguiti con metodiche standardizzate e confrontabili perché le variazioni delle concentrazioni osservate sono spesso di modesta entità a causa dei notevoli volumi osservati.E ciò vale soprattutto per il Garda che, con i suoi 50 chilometri cubici d’acqua dolce, è la più grande cassaforte della nazione. Prioritaria è la quantificazione dei carichi di fosforo veicolati a lago dai tributari e dalle aree rivierasche per individuare i «nemici» e predisporre interventi e rimedi.Ma anche nel Benaco è stata osservata una significativa evoluzione della qualità chimico-fisica delle acque registrata nei laghi profondi del distretto subalpino. Variazioni che hanno inciso sul fitoplancton. Non solo. Il peggioramento della qualità in termini di trofia lacustre coincide con l’aumento della presenza di «cianobatteri», cioè batteri fotosintetici, produttori di ossigeno, chiamati anche alghe azzurre o blu-verdi; il loro colore varia dall’azzurro, al rosso al porpora, a causa della presenza di pigmenti accessori.«Fioriture» preoccupantiSul Garda queste fioriture, un tempo rare, sono risultate , nel corso degli ultimi anni, in rapida e preoccupante espansione, determinate soprattutto da uno sviluppo massivo dell’alga «Anabaena lemmermannii». E questo è considerato come segnale di un progressivo aumento della trofia e deterioramento progressivo della qualità delle acque. Le fìoriture algali comparse solo agli inizi degli anni ’90 hanno gradatamente interessato, dalla fine degli anni ’90, tutte le zone del lago, comprese quelle più a nord con estesi accumuli superficiali di «anabaena» favorita dall’accresciuta disponibilità di nutrienti e da particolari condizioni meteo.Infine nel Garda è stata individuata la presenza di numerose specie cosiddette «aliene», cioè non tipiche del popolamento locale che il mondo scientifico considera come una delle principali minacce per la biodiversità. Si va dall’ormai famosissima dreissena polymorpha al «gamberetto killer». In buona sostanza per attivare il monitoraggio della salute del lago è stato auspicato un intervento a livello regionale capace di convogliare gli impegni in capo ad un unico gestore, predisponendo piani di gestione specifici tesi a tutelare e valorizzare la risorsa lago. Se ne parla da decenni. Difficile dire se si riuscirà davvero a passare dalle enunciazioni ai fatti concreti.

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