martedì, Aprile 16, 2024
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Appesantire lo sbarramento per evitare l'invasione del porto

La schiuma scavalca la nuova barriera

Se i risultati sono quelli che si vedono nel porto di piazza Catena, cuore della Riva turistica in questi giorni di mezza stagione,, le nuove barriere contro le schiume provocate dalla centrale del Ponale sono da bocciare. Già l’anno scorso l’amministrazione aveva accettato di investire una trentina di milioni per l’acquisto d’un tipo di galleggianti che garantissero una migliore protezione del porto vecchio e della zona dell’imbarcadero dalle macchie biancastre, conseguenza inevitabile del passaggio nelle turbine delle alghette che ai primi caldi ricominciano a proliferare nel lago di Ledro.Il nuovo sbarramento, una catena lunga una trentina di metri di parallelopipedi di plastica bianca, è stato posto in opera l’altro ieri davanti agli scarichi della centrale, non appena hanno cominciato a fuoriuscire con una certa consistenza le schiume. Solo che serve a poco. La schiuma scavalca lo sbarramento sia nel mezzo metro lasciato libero fra il molo di pietra e l’inizio della catena, sia -e questo dovrebbe preoccupare di più- nella porzione mediana dove maggiore è la pressione dell’acqua in movimento. L’unica direzione evitata è verso sud: dove, nelle intenzioni, si doveva convogliare la schiuma che poi andasse a disperdersi verso l’Excelsior. La condanna del nuovo aggeggio non può considerarsi però definitiva. Infatti, trattandosi di scatoloni vuoti, è prevista la possibilità di appesantirli, con semplice immissione di acqua, in maniera da farli sprofondare almeno d’una ventina di centimetri, in maniera da impedire lo scavalcamento, seguito inevitabilmente, a causa dell’òra che spinge verso nord, dall’invasione del porto. Anche per l’aggancio è allo studio un sistema più efficace. Comunque nella giornata di ieri la schiuma era presente in maniera massiccia alla base del pontile della Navigarda e, in chiazze più discontinue, intorno ai battelli ormeggiati e di fronte al municipio. Nel caso che il nuovo tipo di sbarramento continuasse a non funzionare, si torna all’antico, usando le barriere depositate nel magazzino dei Vigili del fuoco. Eliminare le schiume è impensabile. Lo hanno detto chiaramente, nel giugno dell’anno scorso durante un convegno al villino Campi, sia la dottoressa Defrancesco dirigente dell’agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente che i responsabili dell’Enel. La prima ha spiegato il ciclo del fitoplancton presente da qualche anno nel lago di Ledro e risucchiato dalla condotta forzata che alimenta le turbine della centrale del Ponale. I secondi sono intervenuti sulle caratteristiche tecniche dell’impianto. Da tutti la assicurazione che non si tratta di inquinamento in senso stretto. Resta, come per l’anabaena responsabile delle macchie fra il verdone ed il giallastro che compaiono più avanti nel corso dell’estate, una pessima impressione nelle migliaia di turisti che sbarcano proprio nel punto più flagellato dalle schiume.

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