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La scienza araldica indica le norme per uno stemma senza “peccato”

Nel numero di giugno 2009 del mensile Gienne a pagina 44 un articolo con il titolo ad effetto: “Ritrovare le proprie radici attraverso la scienza araldica – Fuorilegge gli stemmi di oltre la meta dei comuni bresciani” ha destato un certo stupore. In verità più che fuorilegge oltre la meta degli stemmi sono fuori norma. Su questo non ci sono dubbi. Come possiamo scoprire se uno stemma è a norma? L’araldica è una scienza. Che sia più o meno esatta, questo è un altro discorso. Ma è certo che esistono regole ben precise e severe, al punto che rimettere a norma uno stemma non è semplice. Presso Ufficio Araldico, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ci sono dei veri esperti che non permettono certo divagazioni in merito alla precisione normativa. E se l’araldista chiamato a disegnare lo stemma non è competente, si rischia di fare brutte figure.

Ma come deve essere uno stemma comunale a norma? Lo scudo deve misurare 7 moduli di larghezza e 9 moduli di altezza. Generalmente quello adottato è di tipo sannitico, detto anche francese o moderno. Lo stesso deve essere sormontato da una Corona formata da un cerchio aperto da quattro pusterle (tre visibili), con due cordonate a muro sui margini, sostenente una cinta, aperta da sedici porte (nove visibili), ciascuna sormontata da una merlatura a coda di rondine, il tutto d’argento e murato di nero. (art. 97, R. D. 7 giugno 1943, n. 652). Un altro elemento importante sono gli elementi decorativi posti in fondo allo scudo: due rami, uno di quercia con ghiande e uno di alloro con bacche, fra loro decussati (a forma di Croce di S. Andrea) sotto la punta dello stesso e annodati da un nastro con i colori nazionali.

Inutile dire che lo stemma dovrà essere riconosciuto dal Capo dell Stato con apposito decreto, controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri.

Una curiosità. Se visitate i siti dei comuni gardesani, quasi sempre troverete lo stemma. Provate a scoprire se, in base alla foto sopra proposta, se sono o meno a norma. Noi ve ne proponiamo due sicuramente non a norma: lo stemma del Comune di San Felice del Benaco e lo stemma del Comune di Salò.

Ecco come deve essere la forma dello scudo, con i suoi elementi esterni: Corona e gli elementi decorativi. Lo scudo a norma deve misurare 7 moduli di larghezza e 9 moduli di altezza. Generalmente quello adottato è di tipo sannitico, detto anche francese o moderno. Lo stesso deve essere sormontato da una Corona formata da un cerchio aperto da quattro pusterle (tre visibili), con due cordonate a muro sui margini, sostenente una cinta, aperta da sedici porte (nove visibili), ciascuna sormontata da una merlatura a coda di rondine, il tutto d’argento e murato di nero. (art. 97, R. D. 7 giugno 1943, n. 652).
A sx lo stemma di San Felice del Benaco e, a dx quello del comune di Salò. Sotto una bozza di scudo a norma

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