venerdì, Aprile 19, 2024
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Diventa sede di proposte culturali di qualità

La storica dimora del Provveditore e Capitano della Riviera

Salò ha recentemente visto svelati alcuni segreti della sua storia, ma molto rimane ancora da conoscere. Mi riferisco all’antica dimora del Provveditore e Capitano della Riviera, di stanza appunto, all’epoca della Serenissima, nella capitale della Magnifica Patria, che l’11 aprile scorso l’attuale proprietario Roberto Marai ha aperto al pubblico per due eventi che hanno caratterizzato quella giornata: il convegno sulla figura istituzionale del Provveditore veneto, organizzato dall’Ateneo di Salò e coordinato da Claudio Povolo, ordinario di Storia delle Istituzioni politiche presso l’Università di Venezia, e la presentazione pomeridiana del primo romanzo di Cesare Lievi, “La sua mente è un labirinto”, con la partecipazione del critico del “Corriere” di Brescia, Nino Dolfo.

Da questo secondo incontro abbiamo appreso che le sale della dimora saranno destinate allo svolgimento di eventi culturali di alta qualità, per un pubblico scelto del mondo imprenditoriale gardesano. A presiedere l’organizzazione è chiamato il dottor Albino Assalve, mentre la mente per la progettazione degli eventi culturali è il dottor Luca Ariano, già aiuto-regista di Cesare Lievi.

La duplice circostanza che ha visto al centro dell’attenzione l’antica dimora del Provveditore, ci induce a soffermarci sulla sua valenza architettonico-edilizia, sull’autorevolezza di chi vi risiedette nei secoli di dominio veneto, sul valore comunicativo e artistico degli affreschi che risaltano dalle pareti e dai soffitti. La casa, innanzitutto: le notizie di cui disponiamo sono scarse e contraddittorie.

Il pannello illustrativo allestito per la sua apertura al pubblico, rimanda alle notizie fornite dallo storico Fausto Lechi (pubblicate agli inizi del ‘900), che la farebbe risalire al 1625. La storica dell’arte Monica Ibsen, invece, nel recente libro curato da Flavio Casali sul terremoto del 2004, precisa che già dopo il 1503 l’edificio è citato come palazzo del Capitano e che, a partire dal 1505, questo palazzo, che deve essere considerato come sua residenza, è collegato con l’antistante palazzo pubblico, prospiciente il lago, da un poggiolo ligneo.

Questo basta a comprendere come sia necessaria una più accurata analisi dei documenti, da effettuarsi presso gli antichi catasti e presso gli archivi storici cittadini. Altrettanto importante è conoscere i personaggi che si sono avvicendati nel Palazzo salodiano, cioè i Provveditori che, nominati dalla Serenissima, rimanevano a Salò per sedici mesi senza possibilità di rinnovo, e dovevano rendere conto di quanto succedeva nel territorio benacense. Anche questo, sostanzialmente, è un capitolo nuovo, nonostante il convegno dell’Ateneo abbia messo in luce già diverse cose: che il Provveditore era anche Capitano delle milizie gardesane, soprintendeva all’esazione fiscale, amministrava la giustizia criminale; in più, e questa è la vera novità emersa, era il primo difensore dell’autonomia politico-amministrativa della Comunità di Riviera dal 1426 fino al 1797. Ma il convegno dell’Ateneo si è addentrato anche nella individuazione della personalità di qualche singolo Provveditore quale, per esempio, Giustiniano Badoer (1579 – 1629), sotto la cui reggenza ebbe fine la vicenda del bandito Zanzanù.

Rimane, dunque, una vasta area di ricerca per dare notizie più complete rispetto agli ospiti di quella casa. Ed anche per i dipinti, che ornano pareti e soffitti  della dimora, annaspiamo ancora. All’occhio del profano potrebbero apparire neoclassici, come è scritto  sempre nel pannello citato. Ma se la Serenissima cadde sul finire del Settecento, non si potrà escludere l’ipotesi che essi siano anteriori, collocabili cioè nella temperie dell’Arcadia, quando la Repubblica di Venezia era ancora in piedi. Gli scenari silvestri e bucolici delle storie mitologiche rappresentate lo farebbero supporre. Insomma, l’apertura della casa del Provveditore è da salutare come un passo importante. Altrettanto importante sarà svelarne i numerosi segreti che ha fatto affiorare.                                                                                                                                                   

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