giovedì, Aprile 25, 2024
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Epicentro fra Anfo e Capovalle. La scossa avvertita anche sul lago di Garda. Il movimento tellurico è stato d’intensità nettamente inferiore a quello del 24 novembre. Non si registrano danni nè feriti

La terra è ritornata a tremare

La terra è tornata a tremare. Dal Garda alla Valsabbia una scossa di terremoto ha messo i «brividi» al sottosuolo e alle popolazioni già colpite dal sisma del 24 novembre. Rispetto a quella scossa l’entità del movimento tellurico avvenuto alle 19.29 di ieri è stato decisamente minore: gli esperti dell’Istituto di Geofisica parlano di una forza di magnitudo 2.7, pari al secondo-terzo grado della scala Mercalli. Quarantaquattro giorni fa i sismografi registrarono un magnitudo del 5,2. Medesimo invece, ma . spiegano gli esperti – non poteva essere diversamente, l’epicentro del terremoto posto a circa sei chilometri da Anfo , con Capovalle il paese più vicino alla fonte del sisma. La scossa di natura ondulatoria è stata avvertita distintamente anche a Vobarno e Toscolano Mader no , Gardone Riviera , Gar gnano , Idro , Treviso Bre sciano e Valvestino . L’onda tellurica si è esaurita nel corto raggio tanto da essere appena percepita a Salò , Barghe e Lavenone . In base alle verifiche compiute dalla Sala operativa del Dipartimento della Protezione Civile il movimento sussultorio non ha provocato danni. Evento «previsto». Il nuovo movimento era stato in linea di massima previsto dagli esperti: si tratta di assestamento che non superano quasi mai il terzo grado della scala Richter. Altre scosse erano state avvertite in precedenza il 26 novembre (magnitudo 2,7), il giorno successivo (2,5). Tremori di assestamento insomma e non prologo di un sisma più violento. Le reazioni. Nononostante la bassa intensità del movimento tellurico non sono mancati momenti di apprensione fra gli abitanti dei paesi di Garda e Valsabbia, una paura accentuata dal ricordo del 24 novembre. Il nastro della paura si è improvvisamente riavvolto alle 19,30. Il centralino dei Vigili del fuoco di Salò, Vestone e Brescia è stato preso d’assalto dagli ex-sfollati, persone rientrate da poco nelle abitazioni che temevano che la nuova scossa potesse peggiorare le lesioni provocate il 24 novembre. Qualcuno, credendo che il movimento tellurico fosse il prologo a una scossa più forte ha voluto essere tranquillizzato telefonando direttamente alla Prefettura. Ma a Salò come in tutto il resto della zona colpita dal terremoto, nè i Vigili del fuoco nè la polizia locale ha dovuto uscire per effettuare sopralluoghi o interventi di soccorso. A Capovalle, Anfo e Gardone alcune persone, soprattutto quelle degli alloggi ai piani alti degli edifici, sono scese in strada. Ma la centrale operativa del 118 di Brescia non ha registrato malori per il panico anche se l’ansia ha turbato la serata di molte persone che avevano negli occhi il ricordo del sisma del 24 novembre quando a pochi secondi dalla mezzanotte quando la terra aveva iniziato a tremare. La paura, allora, aveva fatto riversare nelle strade migliaia di cittadini. Il terremoto, del resto era stato avvertito in tutta la provincia toccando anche il Nord Italia, da Piemonte al Veneto e all’Alto Adige. Solo il giorno successivo, le comunità si resero conto della portata dei danni pari a 200 milioni provocati da una scossa, dell’intensità pari all’ottavo grado della scala Mercalli.

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