giovedì, Aprile 25, 2024
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A Maguzzano tre giorni di appuntamenti in ricordo della ripresa delle attività avvenuta nel 1904. Una storia plurisecolare

L’abbazia festeggia un secolo di vita nuova

Nella secolare storia dell’antica “abatiola” benedettina di Maguzzano il 1904 è stato un anno importantissimo. Segnò, dopo la soppressione decretata da Napoleone nel 1796 e il passaggio ai privati, il ritorno dei monaci e la riapertura dell’abazia. È trascorso un secolo da quando l’antichissima abazia di Maguzzano è tornata ad essere attiva. E nella ricorrenza del centenario l’Istituto Don Calabria ha programmato una serie di incontri sul monachesimo tra Chiesa e società che prendono il via oggi 29 aprile per concludersi il 2 maggio. Le prime notizie dell’abazia risalgono al IX secolo. Fu incendiata dagli Ungari agli inizi del 900, ricostruita e nuovamente devastata dalle truppe viscontee nel 1339. Fu riedificata e riunita all’abazia di san Benedetto Po in Polirone (Mantova) nel 1490 ornata della bella chiesa rinascimentale e del chiostro (1491- 1496). Fra gli ospiti più illustri ricordiamo il frate Teofilo Folengo detto Merlin Cocai e nel 1553 il cardinal Reginaldo Polo che qui svolse intensa attività diplomatica per il ritorno dell’Inghilterra alla Chiesa di Roma. Poi arrivò il declino. Soppressa da Napoleone fu ceduta ai privati. Fino al 1904 quando qui ritornò una comunità di monaci trappisti cistercensi provenienti addirittura dall’Algeria. Nel settembre del 1938 l’abbazia passò a don Giovanni Calabria, veronese che aveva appena fondato la congregazione dei “Poveri servi della divina provvidenza”. L’abbazia con il suo carico di storia è ricchissima di testimonianze artistiche, a cominciare proprio dal bellissimo chiostro rinascimentale per arrivare agli antichi affreschi recentemente messi in luce dal prof. Giancarlo Quaglia con la collaborazione dello scrittore Vittorio Messori che vive a Desenzano e nell’abbazia ha lo studio. «Attualmente l’abbazia è una casa di spiritualità ed un centro ecumenico; offre ospitalità e accoglienza a chi vuol riflettere, è in cerca di se stesso» dice il priore don Tiziano Tosi. Gli incontri per le celebrazioni del centenario sono stati organizzati con la collaborazione della Comunità monastica di Bose. Il filo conduttore «Monachesimo: chiesa e società». Le iniziative si aprono oggi 29 aprile con un incontro dedicato a «Relazione fra vita monastica e vita della chiesa» tenuta da Andrè Barbeau, abate del monastero trappista di Aiguebelle. Il 30 aprile è giornata dedicata alle scuole superiori. Alle 9,30 si dibatte il tema: «Contributo della vita monastica allo sviluppo della società». Seguirà un percorso guidato in abbazia con Roberto Berviglieri. Tre sono gli incontri in programma il I° maggio. Alle 9,45 sarà esaminato il tema «Il monachesimo nella chiesa orientale» con Ionascu Iuvenalie, monaco ortodosso; alle 11 si parlerà de «Il monaco testimone felice, spiritualità monastica e vita laicale» con Anna Maria Carrera, madre monastero trappista Vitorchiano mentre alle 15 Enzo Bianchi, priore dalla comunità di Bose proporrà alcune riflessioni su «Il monachesimo oggi». Alle 21 ci sarà il concerto di musiche religiose dell’Ars Nova diretta da Mario Tononi. Il 2 maggio concluderà le celebrazioni Andrea Barbeau con un incontro dedicato alla vita monastica nel contesto europeo seguito dalla concelebrazione della Messa.

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