venerdì, Aprile 19, 2024
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L’Asl informa che scendono da 18 a 13

L’acqua è più pulita Spiagge fuori legge in diminuzione

Sta già migliorando la balneabilità del lago di Garda. Ad appena sei giorni dall’ultimo disastroso bollettino diffuso dall’Asl di Brescia, in cui ben 18 spiagge sulle 52 erano risultate fuori norma, ieri la stessa Asl con un’insolita rapidità ha comunicato la nuova situazione: il numero delle spiagge vietate è sceso a 13 (di cui due precluse dall’inizio della stagione). Queste le non balneabili: lido di Lonato; S.Giulia, Porto Garuti e S. Cassiano (Padenghe); Madonna della Neve (Moniga); Cimitero e Rive Grandi (Salò); Casinò e Fasano (Gardone); Lido Azzurro, Villa Adele, Cantieri Garda e Religione (Toscolano Maderno). Tutto bene, invece, a Sirmione, Desenzano, Manerba, S. Felice, Gargnano, Tignale, Tremosine e Limone. Pressocchè invariata la situazione anche sulla costa veronese: proibite cinque spiagge chiuse a Peschiera e una spiaggia di Castelnuovo. Il resto del litorale è, pertanto, balneabile. Torna così un pò il sorriso sul volto degli operatori turistici e amministratori del Garda che, dopo le conseguenze del nubifragio del 4 agosto, hanno dovuto fare i conti anche con l’inquinamento delle acque del lago. A scatenare il putiferio ambientale sono state le copiose piogge dell’ultimo mese che hanno determinato lo sversamento nel lago di parte del materiale inquinante delle condotte fognarie di alcune località. Un inquinamento che, però, non è apparso altamente nocivo. Tanto per usare lo stesso termine del dottor Angelo Benedetti, responsabile del Distretto Sanitario di Salò, si è trattato di «acqua sporca». In caso contrario, se ci fosse stata un’alta concentrazione batterica, i colifecali sarabbero stati in numero ben più elevato di quello invece emerso dai campioni. Tra l’altro la legislazione italiana in materia è la più rigida in Europa. Quindi, è bastato quel poco per far scattare il divieto su molte spiagge. Adesso il rischio maggiore è che, a causa del ripetersi dei divieti, alcune località possano finire nell’elenco «nero» che a fine stagione viene stilato dalla Regione. E nel 2003 correrebbero il pericolo di restare chiuse per l’intera estate.

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