venerdì, Marzo 29, 2024
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A Montichiari è rimasto il solo collegamento per Londra, più qualche cargo

L’aeroporto cercauna ricetta anti-crisi

L’aeroporto «Gabriele D’Annunzio» di Montichiari batte nuove rotte per scrollarsi di dosso la fastidiosa immagine di scalo sfortunato. E tratta per siglare un accordo di consulenza con la Miro Radici Finance (Mrf), eclettica holding che fa capo all’omonimo gruppo dell’imprenditore tessile bergamasco Miro Radici.I vertici dell’aeroporto bresciano e la Mrf discutono da tempo dell’affidamento di una consulenza per far crescere il mercato merci e passeggeri di Montichiari, al momento ridotto al solo volo per Londra; va un po’ meglio il merci con le Poste e la cino-tedesca Jade mentre è fallita Ocean Airlines.LE TRATTATIVE non si sono ancora concluse, ma ne Montichiari ne Miro Radici Finance negano i contatti. La holding bergamasca conferma così l’interesse per lo scalo di Montichiari e implicitamente certifica le potenzialità di sviluppo (se nel frattempo l’azionariato troverà un’intesa intorno alla governance che vede da tempo protagonisti di una sorta di cupio dissolvi soci veronesi e soci bresciani).La Mrf infatti è già presente a Montichiari con il 33 per cento della Gei, la società impegnata nella realizzazione di una piattaforma logistica con circa 250mila metri quadrati di magazzini coperti sull’area ex Sei, a due passi dallo scalo al quale sarà collegata grazie alla trasformazione di due bretelle aeroportuali dismesse da decenni e destinate ad un uso stradale. Adesso Mrf offre la sua consulenza ed esperienza ad un aeroporto in forte debito di ossigeno come è Montichiari; e per far questo ricorre nientemeno che agli ex vertici della Sacbo, la società di gestione di Orio al Serio, dal presidente Ilario Testa, il direttore generale Roberto Belloni, al direttore commerciale Francesco Fassini. Tutti passati a dar man forte all’impegno di Mrf nella definizione di politiche di sviluppo dell’azienda nell’ambito delle infrastrutture e della logistica. Testa, gli ultimi 15 anni trascorsi alla cloche di Sacbo, Belloni e Fassini hanno il merito di aver guidato l’aeroporto bergamasco anno dopo anno verso traguardi esaltanti, tali da farlo primeggiare a livello nazionale. Ora, se tanto mi da tanto, l’esperienza di Testa, Belloni e Fassini (i primi due siedono nel consiglio di amministrazione di Mrf) su Montichiari potrebbe tradursi in un rinnovato slancio di energie, più prosaicamente nell’arrivo di passeggeri e merci. Senza dimenticare che sul «D’Annunzio» si vocifera da tempo dell’interesse dei courier di Orio al Serio e la realizzazione del polo logistico apre delle vere e proprie praterie in termini di spazi.IN TUTTO QUESTO si innesta domani l’importante assemblea dei soci della D’Annunzio chiamati a votare il consiglio di amministrazione e il presidente. Cinque i membri da eleggere, tre bresciani e due in rappresentanza del Catullo. Come andrà a finire? La Camera di commercio di Brescia deciderà di restare alla finestra dopo aver preso la strada di Abem che rivendica la concessione autonoma del D’Annunzio? E chi indosserà la corona, con qualche spina, della presidenza? Vigilio Bettinsoli, il vice-presidente, ha i «galloni» per farlo e i bookmaker lo prendono in considerazione. Ma la gestione di un aeroporto è ben più che una scommessa.

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